Ca’ di David, il quartiere raccontato

Davide Peccantini, fondatore di APS Quartiere Attivo, ci ha parlato del quartiere di Ca' di David. Una zona a sud di Verona, che fino al 1927 era un comune a sè stante.

Non è molto conosciuta la storia del quartiere di Ca’ di David: una volta comune fuori Verona e poi inglobato all’interno della città, Ca’ di David ha diverse particolarità e aneddoti che parlano di un quartiere vivo e frizzante. A parlarcene è stato Davide Peccantini, fondatore di APS Quartiere Attivo.

«Il quartiere di Ca’ di David è posizionato nella zona sud della città e il nome non deriva da “Casa di David”, ma da “Casa dei Davi”: una famiglia che costruì una casa proprio in questa zona dove c’è la chiesa di Piazza Roma. Un altro esempio di traslitterazione è Cà Aprili, sempre vicino alla chiesa, o Macici, che è un altro nome dell’epoca della formazione del quartiere» ha spiegato Davide.

«Il quartiere è nato intorno a determinate vie, tra cui l’attuale statale 12, che nell’Ottocento era chiamata “strada che vien da Verona”, via Cà Aprili, che era chiamata in dialetto “la strada che la vien da Pozzo”, e via della Libertà, che era chiamata la “strada che va verso Peschiera”».

«Le zone principali del quartiere sono la chiesa, piazza Roma dove c’è la biblioteca attuale e c’era il municipio, perchè fino al 1927 faceva comune a sè, e poi c’erano zone di attività economiche legate al quartiere. – ha detto Davide – Per esempio in via Filanda c’era uno stabilimento sulla lavorazione del cotone e della seta; via delle Corde, dove si facevano corde di canapa; la strada della Ferriera, dove c’era una fonderia. Ca’ di David aveva anche una stazione, che fino al 1924 aveva la tratta Verona-Bologna. Altra cosa particolare è il campanile sopra la chiesa, che era soprannominato il “campanil de gli ovi”. Il campanile è stato inaugurato nel 1903 ed è stato progettato dall’ingegner Guglielmi tra il 1894 e il 1902 e per costruirlo servivano 75mila lire. Per raccogliere questa somma si è fatto ricorso all’attività più produttiva dell’epoca: la vendita delle uova di gallina».

Tra gli aneddoti più particolari, quello del “lago delle anguille”: «Una zona dietro la chiesa, tra via Colonnel Fasoli, dove c’è il capitello della Baruchella, era soprannominata “località Lago”, perchè quando pioveva si creava una sorta di piscina e fu aperta addirittura un’Osteria “Al Lago” e gli abitanti si divertivano a trovarsi intorno al lago, gettare delle anguille e poi pescarle».

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