Continua lo scontro sulla discarica di “car fluff” a Sorgà
Undici amministrazioni comunali e una provincia si sono messe insieme per contrastare l’insediamento della discarica di “car fluff” a Sorgà. Nello specifico, il progetto la prevede in località De Morta di Pontepossero.
Dopo l’appuntamento di sabato scorso con i tecnici che hanno illustrato il progetto, presenti oggi al Parco della Saggina di fianco al municipio i rappresentanti di undici amministrazioni comunali che, insieme alla Provincia di Mantova, hanno deciso di dare vita a un “Patto d’acciaio” contro la proposta della Rmi, Rottami Metallici Italia Spa. Oltre un centinaio di persone presenti anche oggi, forse un paio di dozzine in più rispetto alla settimana scorsa.
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Obiettivi primari dell’accordo sono presentare in modo compatto le osservazioni dei comuni nelle sedi competenti e raccogliere le istanze dei cittadini che volessero dare il proprio contributo. Quello di oggi è stato presentato come un incontro di ascolto per poi portare alla Regione Veneto le osservazioni.
Le adesioni al “Patto d’acciaio” contro la discarica a Sorgà
Al fianco di Sorgà si sono schierate le amministrazioni veronesi e mantovane di Roncoferraro, Nogara, Nogarole Rocca, Concamarise, Gazzo Veronese, San Giorgio Bigarello, Castelbelforte, Trevenzuolo, Castel d’Ario e Villimpenta (tutte presenti con il proprio sindaco o un rappresentante in sua vece), insieme alla Provincia di Mantova.
Per quanto riguarda la Provincia di Verona, hanno spiegato i sindaci, ci sarà supporto a livello burocratico, ma non partecipa ufficialmente all’accordo quadro.

Il sindaco del Comune di Erbè Nicola Martini invece, pur essendo concorde con gli obiettivi del patto, ha deciso di non partecipare formalmente in quanto la sua amministrazione già a gennaio 2020 aveva iniziato un percorso per contrastare la discarica, che sarebbe a poche centinaia di metri dal proprio confine. «In questo modo abbiamo deciso di tenere aperta un’altra porta. Se l’iter della discarica dovesse procedere con l’approvazione, avremmo una ulteriore strada da percorrere» ha spiegato Martini. Una sorta di “piano B”, insomma.
Più voci hanno fatto invece notare l’assenza del Comune di Isola della Scala.
Non solo amministrazioni comunali
Presenti inoltre diversi rappresentanti della politica a tutti i livelli, a sottolineare anche la trasversalità dei colori politici che hanno voluto abbracciare la causa. Presenti oggi la deputata della Lega Vania Valbusa, i consiglieri regionali Cristina Guarda (Europa Verde), Alberto Bozza (Forza Italia) e Filippo Rigo (Lega). Presente per pochi minuti, prima di dover passare ad altro impegno, anche Anna Maria Bigon (Partito Democratico).
Presenti a Sorgà anche Claudio Valente (esponente di Fratelli d’Italia: «Qui parlo per me, potrebbero esserci esponenti del mio partito che la pensano diversamente») e un rappresentante di Coldiretti. Anche Confagricoltura da tempo aveva espresso la propria contrarietà.
Diversi i movimenti già intrapresi nelle varie istituzioni, da un’interrogazione al ministro dell’Ambiente dell’onorevole Valbusa sul tema della transizione ecologica del mercato automobilistico, al question time in Commissione ambiente degli onorevoli Rotta e Zardini, a una mozione del consigliere regionale Rigo e a quella di Guarda, Bigon e Zanoni che mira a difendere le zone vocate a coltivazioni IGP.
I punti critici
Uno dei punti sottolineati dagli aderenti al “Patto d’acciaio” è l’anomalia per cui sarebbe stato concesso all’azienda proponente un tempo più esteso di quanto sia la norma per presentare i documenti necessari per la VIA (valutazione d’impatto ambientale). Inoltre ritengono sia necessario attendere il nuovo piano dei rifiuti della Regione Veneto prima di procedere a nuove autorizzazioni di discariche, in quanto il piano attuale è scaduto.
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I comuni mantovani hanno evidenziato come la normativa lombarda impedirebbe l’insediamento di una discarica nelle zone di confine, come sarebbe quella di Sorgà.
«Sono stati previsti fondi per solo 430mila euro per le strade» ha aggiunto il sindaco di Sorgà Christian Nuvolari. «Ma considerando le strade di campagna che abbiamo e il traffico atteso non sarebbero certamente sufficienti». Si attende un traffico di circa 22 mezzi pesanti al giorno, andata e ritorno (quindi una quarantina di passaggi quotidiani). Il percorso sarebbe dall’A22 del Brennero a Mantova Nord, sp10 fino a Castel d’Ario e sp50 fino al sito della discarica.
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