Sette indagati a Verona per il caso del citrobacter

Si torna a parlare del caso citrobacter a Borgo Trento, esploso l'anno scorso con la chiusura dell'ala neonatale dell'ospedale. Sette medici e dirigenti sono indagati dalla procura di Verona.

Ospedale Donna e Bambino di Verona
Ospedale della Donna e del Bambino di Verona (Borgo Trento)

Prosegue in campo giudiziario la vicenda del citrobacter all’ospedale di Borgo Trento di Verona. Era esplosa l’estate scorsa, quando era venuta alla luce la contaminazione del batterio all’Ospedale della donna e del bambino. Stando a quanto riportato nella relazione della commissione ispettiva regionale, il batterio era annidato nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della Terapia intensiva neonatale e in alcuni biberon usati dai bambini.

Quattro bimbi morti e una novantina di contagiati, di cui una decina con conseguenze gravi. Questo il grave bilancio della diffusione del citrobacter koseri. Per questo la Procura di verona ha iscritto nel registro degli indagati sette medici e dirigenti dell’Azienda ospedaliera, come riportato dal Corriere e da Sky.

Tre di loro erano già stati sospesi dall’Aoui a settembre 2020: Chiara Bovo, all’epoca direttore sanitario, Paolo Biban, primario di pediatria, e Giovanna Ghirlanda, direttore medico. Indagati anche: il direttore generale dell’epoca Francesco Cobello, poi non riconfermato, la professoressa Evelina Tacconelli, direttrice di Malattie infettive e nota per il ruolo nella lotta al Covid, Giuliana Lo Cascio, allora primario facente funzioni di Microbiologia e virologia, Stefano Tardivo, risk manager. Sono accusati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime in ambito sanitario.

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Spiega la procuratrice di Verona Angela Barbaglio, come riporta il Corriere: «nei rispettivi ruoli che ricoprivano all’epoca dei fatti, nel momento in cui comparvero le prime avvisaglie, i primi segnali di allarme sulla possibile presenza del Citrobacter, a nostro avviso avrebbero omesso di adottare quei provvedimenti che avrebbero potuto evitare il peggio».

«Oggi è un giorno importante… Piena fiducia nella magistratura e certa che l’accusa che oggi leggiamo sara’ sostenuta davanti ai giudici e che giustizia venga fatta per i nostri bambini» ha commentato Francesca Frezza, madre di una delle vittime, che da subito aveva portato l’attenzione sul caso.

Francesca Frezza, la mamma di Nina, uno dei quattro neonati morti per citrobacter
Francesca Frezza, mamma di Nina, uno dei quattro neonati morti per citrobacter

Cos’è il citrobacter

«Al genere Citrobacter appartengono batteri che si possono trovare ovunque nell’ambiente (ubiquitari), incluse le acque, e negli alimenti. Sono, inoltre, un normale componente della flora batterica intestinale» spiega la pagina dedicata sul sito dell’Istituto superiore di sanità. «Possono causare infezioni in persone deboli (patogeni opportunisti) quali neonati (in particolare quelli prematuri), anziani e individui immunocompromessi».

«La maggior parte di queste infezioni sono acquisite in ospedale».

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