È ormai partito il conto alla rovescia. Domani, lunedì 24 gennaio, si terrà la prima votazione per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, al termine dei sette anni di mandato di Sergio Mattarella. Un voto al giorno, con operazioni complicate dalle precauzioni anti-Covid: il termine degli scrutini è previsto per la serata inoltrata.
Deputati, senatori e delegati regionali (per il Veneto il presidente Zaia, il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e il consigliere del Pd Giacomo Possamai) sono presi dalle riunioni e dagli incontri – più o meno formali – con i propri partiti. Ma nel segreto dell’urna, tutto può succedere. L’ultima grande mossa che si attendeva prima delle vere giornate di voto a Roma era la scelta di Silvio Berlusconi, il quale ha rinunciato alla candidatura (che d’altra parte sembrava essere un po’ troppo velleitaria).
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Un focus con i parlamentari veronesi verso il voto si è tenuto su Radio Adige Tv durante l’ultima puntata di Verona Economia, la trasmissione serale condotta dal direttore Matteo Scolari.

«Berlusconi scioglierà la riserva se avrà la certezza di poter aspirare a fare il Presidente della Repubblica» aveva dichiarato il senatore di Forza Italia Massimo Ferro. «Lasciamo parlare le diplomazie dei partiti affinché possano trovare un candidato su cui convergere, perché dal giorno dopo il voto dovrà rappresentare tutti gli italiani».
Vista la serietà del momento storico, che oltre al Covid aggiunge i problemi noti del caro energia e del debito pubblico, il senatore Ferro aggiunge: «Non creiamo gossip intorno a un candidato o a un altro. Non mi è piaciuto per esempio il comportamento dell’onorevole Sgarbi – protagonista della cosiddetta “operazione Scoiattolo”, con cui ha contattato diversi parlamentari per sondare la disponibilità al voto per Berlusconi, ndr –, ecco non creiamo gossip. La politica è già molto screditata, ma ci sono tante persone serie che si stanno impegnando» dice Ferro.
Su Draghi: «Deve rimanere a Palazzo Chigi. Mai come nell’ultimo anno il nostro Paese ha avuto questa credibilità internazionale». Su Mattarella «penso che il giudizio di tutti gli italiani sia unanime».

«Sono giorni di tante chiacchiere, da prosciugare la saliva». Esordisce con una battuta il senatore del Partito Democratico Vincenzo D’Arienzo. «È un bel momento, emozionante, per tutto il Paese. Ci arriviamo in condizioni di forte anomalia rispetto al passato, perché non c’è una maggioranza chiara che possa proporre un nome. Serve una figura in grado di rappresentare tutti, è una sfida per la politica e per i prossimi sette anni».
«Auspico che alla quarta o alla quinta votazione si possa arrivare a una convergenza» dice D’Arienzo. «Non escludo che il Presidente possa essere eletto da una maggioranza diversa rispetto a quella che oggi sostiene Draghi. A meno che non sia Draghi stesso».
In quel caso, se Draghi si spostasse da Palazzo Chigi al Quirinale, «bisognerebbe trovare un altro tipo di equilibrio, che confermi la fiducia delle istituzioni europee nel nostro Paese. Ma penso – continua D’Arienzo – che anche con un assetto diverso, il sistema politico italiano abbia capito che bisogna continuare nel solco dell’europeismo. A quel punto non soffrirò io, ma quelli come Meloni e Salvini, cha hanno un’idea diversa dell’Europa».
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«È un’occasione importante ed emotivamente intensa» dice il senatore della Lega Paolo Tosato. «Soprattutto perché è la prima volta che la Lega ha numeri così elevati, da poter essere protagonista. Anche se è ovvio che serve un’intesa che vada oltre anche agli elettori del centrodestra».
Su Draghi: «Credo che debba continuare nel suo ruolo di capitano nella tempesta» dice Tosato. «Non credo che alcun ministro del suo Governo, si fa il nome di Franco, abbia le caratteristiche adatte a prendere il suo posto».

Per Fratelli d’Italia il deputato Ciro Maschio: «C’è una grande attesa. La sentono molto i cittadini italiani e la sentiamo anche noi. La scelta del Presidente della Repubblica è delicata, tanto più in un momento come questo».
«C’è la volontà da parte della coalizione di centrodestra di restare unita ed esprimere una candidatura». Sull’eventualità di Draghi al Quirinale, da parte di Fratelli d’Italia, che non ha sostenuto il suo Governo: «La posizione sul Governo Draghi non è sulla persona, ma sulla coalizione che si è formata. È chiaro che sia uno dei nomi che girano, in quel caso le elezioni anticipate in autunno sarebbero una buona soluzione» afferma Maschio.
«Mattarella ha fatto bene il suo compito, ma ora è tempo che il centrodestra indichi il nuovo Presidente».

Il gruppo più numeroso in parlamento è quello del Movimento Cinque Stelle. Il deputato Mattia Fantinati afferma: «L’elezione del Capo dello Stato è il momento più alto nella vita di un politico. Sento tantissimo il peso dell’onere, per l’importanza della votazione, ed è un grandissimo onore».
«Draghi ha sicuramente il profilo giusto per essere Presidente della Repubblica, ma c’è un problema politico. Credo che non debba esserci uno scossone di Governo in questo momento. Preferirei che il Governo Draghi continuasse nel suo iter» dice Fantinati.
Nell’intervista con cui ha confermato la propria candidatura a sindaco di Verona, Damiano Tommasi, alla domanda «Chi vorrebbe come capo dello Stato?» ha risposto: «Va benissimo quello che c’è ora».
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