Da e-fattura a moneta digitale: il “Baratto finanziario 4.0”

Studiato da Confimi Industria, con Associazione nazionale commercialisti, e rilanciato da Apindustria Confimi Verona, si tratta di un meccanismo che consente di trasformare le e-fatture in moneta digitale.

Effettuare compensazioni multilaterali di crediti e debiti commerciali risultanti da fatture elettroniche. Trasforma le e-fatture in moneta digitale il “Baratto finanziario 4.0”, l’innovativo strumento studiato in risposta alla crisi da Confimi Industria con Associazione nazionale commercialisti e rilanciato da Apindustria Confimi Verona. Dallo scorso novembre è progetto di legge: ora servono i decreti attuativi ed è stata lanciata una petizione sulla piattaforma Change.org.

«Abbiamo bisogno di nuove soluzioni in grado di agevolare la circolazione di beni e servizi e un moderno baratto finanziario può rappresentare una soluzione a tal fine. La compensazione multilaterale di crediti e debiti commerciali può essere realizzata su scala massiva nazionale solo sulla piattaforma delle fatture elettroniche», sottolinea Renato Della Bella, presidente di Apindustria Confimi Verona. 

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Renato Della Bella

Il baratto finanziario 4.0 prevede l’opportunità di declinare questa modalità fra gli operatori dell’economia reale: agricoltura, manifattura, commercio, servizi, professioni. Le problematiche dal versante liquidità, le nuove regole della BCE (calendar provisioning) per i crediti deteriorati che spingeranno gli istituti di credito a incrementare gli accantonamenti riducendo di conseguenza le possibilità di concedere ulteriori prestiti, e di immettere liquidità nell’economia reale, preoccupano gli istituti stessi dall’inizio della pandemia. 

«Il baratto finanziario potrebbe rendere più solido il sistema dell’economia reale e conseguentemente meno fragile il sistema bancario e finanziario nazionale», spiega Lorenzo Bossi, direttore dell’Associazione che riunisce circa ottocento PMI scaligere. La novità è di particolare interesse proprio per le piccole imprese, tradizionalmente più fragili dal punto di vista dell’accesso al credito, ma che può funzionare in modo generalizzato indipendentemente dalle dimensioni. 

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La proposta prevede che la piattaforma telematica SdI dell’Agenzia delle Entrate – da cui transitano oltre due miliardi di e-fatture l’anno, la maggior parte delle quali rappresentano crediti per il fornitore e debiti per il cliente – sia implementata affinché gli operatori, quindi imprese e professionisti, possano attuare (su base volontaria) anche multilateralmente la compensazione di crediti e debiti derivanti da transazioni commerciali. 

«Si tratta di una moneta di scambio senza emissione di nuova moneta né circolante né virtuale in grado di ridurre le esigenze di ricorso al credito bancario delle imprese non finanziarie, di ridurre il fenomeno delle perdite sui crediti e i ritardi della giustizia, troppo spesso principali cause dei fallimenti e di buona parte dei crediti deteriorati nel sistema bancario – conclude Della Bella –. Aiuterà inoltre a contenere il fenomeno dell’usura e dell’aggressione delle mafie».