Era atteso da mesi l’inizio delle vaccinazioni per affrontare la pandemia da Covid-19. Dopo il via dello scorso 27 dicembre, sono oltre 600mila gli italiani che hanno ricevuto il vaccino di Pfizer-Biontech. Si parte dalle fasce prioritarie: medici, operatori sanitari e socio sanitari, ospiti delle strutture residenziali per anziani e le persone in età avanzata.
In Veneto, al momento, sono state somministrate oltre 63mila dosi, che corrispondono al 100% della prima fornitura e al 63,4% della seconda da parte di Pfizer.
A parlarci della situazione veronese e a spiegarci come funziona davvero il vaccino, è stato il dottor Andrea Rossanese, del Dipartimento di Malattie Infettive dell’IRCCS Don Calabria.
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La situazione sanitaria e dei vaccini a Verona e provincia
Intanto a Verona proseguono con cadenza settimanale gli incontri della commissione consiliare temporanea sull’Emergenza Coronavirus, convocata dal presidente del Consiglio comunale di Verona Ciro Maschio. Al centro dell’incontro odierno, che ha visto l’intervento del direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi, il piano vaccinazioni, la cui prima fase di distribuzione è stata avviata, da inizio anno, su tutto il personale sanitario e socio assistenziale di città e provincia. Presenti anche il vicesindaco Luca Zanotto e l’assessora ai Servizi sociali Daniela Maellare.
«L’Ulss e le altre strutture preposte sono attivamente impegnate in una puntuale e rapida distribuzione del vaccino – spiega il presidente Maschio –. Le dosi fornite sono ancora poche per garantire, in tempi rapidi, la totale copertura della popolazione. Su città e provincia abbiamo attualmente una fornitura di circa 10mila dosi a settimana. Ne servono molte di più, per ampliare nei prossimi mesi il bacino di popolazione vaccinata».
«Ci attiveremo nei confronti del Governo perché i quantitativi forniti vengano quanto prima aumentati, con la messa in distribuzione di vaccini di più facile gestione e ad un solo ciclo di somministrazione – continua Maschio –. In altro modo i tempi di distribuzione diventeranno lunghissimi. Positivo che, oltre alla rete di distribuzione ospedaliera, sia già stata data la disponibilità anche dai parte dei farmacisti e dei volontari della Protezione civile».

«Oggi è il primo giorno che gli ospedali ricominciano a respirare un po’ – sottolinea Girardi –, che a livello gestionale si traduce nella disponibilità di qualche letto di terapia intensiva. Se viene mantenuto questo andamento per tutta la settimana, è prevedibile si possa tornare ad una parziale ridimensione dei ricoveri. Su fronte della prima fase della campagna vaccinale è in fase di completamento la distribuzione a tutto il personale sanitario e socio assistenziale interessato».
«Si tratta di una distribuzione di oltre 20mila dosi tra provincia e aziende ospedaliere cittadine, per circa 10mila a settimana. Si punta, fra il primo e secondo richiamo di vaccinazioni, a coprire anche le persone ultra ottantenni che non risiedono all’interno di strutture per anziani. Il vaccino attualmente utilizzato non è di facile gestione e impone tecniche di conservazioni, a temperature di meno 80°, e modalità di distribuzione, entro 5 ore dalla preparazione del siero, complesse» continua Girardi.
«Dal mese di febbraio, con il probabile arrivo del vaccino di Moderna, di più facile utilizzo e conservazione, si potrà ampliare il bacino della popolazione. La situazione resta comunque emergenziale. Quando vi saranno disponibile sufficienti dosi di vaccino per tutti si dovrà procedere ad una campagna ad ampio raggio, con la creazione di grandi centri di distribuzione sul territorio» conclude Girardi.
Il punto del dottor Micheletto
Secondo il primario di pneumologia dell’Azienda Ospedaliera di Verona Claudio Micheletto «il tanto agognato calo dei ricoveri ospedalieri quindi ancora non si vede».
Più ottimista sulle vaccinazioni: «Siamo molto soddisfatti del numero elevato di persone fino ad ora vaccinate, c’è stata un’adesione altissima. Da lunedì scorso è iniziata la campagna vaccinale per i dipendenti e c’è stata un’elevatissima partecipazione. Questo vaccino prevede due somministrazioni, quindi la completa immunizzazione è dopo la seconda dose che è dopo 14-27 giorni. Non sono segnalati reazioni particolari, la tollerabilità è buona».
I dubbi dalla Cgil
Il segretario della Cgil Veneto Paolo Righetti è intervenuto ai nostri microfoni per parlare di vaccini. Nei giorni scorsi il sindacato aveva manifestato il proprio disappunto per l’esclusione di alcune categorie di lavoratori e assistenti dalla prima fase di vaccinazione.
«Ci siamo raccomandati che nel piano della vaccinazione, partito bene qui in Veneto, non ci si dimentichi di quella fascia di lavoratori e lavoratrici estremamente importanti nella filiera sociosanitaria. Ci riferiamo in particolare ai lavoratori dei servizi ausiliari, delle mense, delle pulizie, sia nelle strutture ospedaliere che nelle case di riposo e il mondo più grande di chi si occupa dell’assistenza alla persona, i cosiddetti caregiver» evidenzia Righetti.