“Non si revocano i diritti, un’altra accoglienza è necessaria” si legge questo sugli striscioni del presidio che in queste ore si è riunito davanti alla Prefettura. Presenti, assieme ad alcune associazioni scaligere, anche i sette richiedenti asilo protagonisti del trasferimento nella struttura di Castagnè (Comune di Mezzane). I ragazzi, visto la località isolata e le polemiche che hanno accompagnato il loro arrivo, hanno rifiutato di sottoscrivere il trasferimento e ora rischiano l’espulsione dal programma di accoglienza.
Tutto comincia il 13 luglio quando i giovani vengono trasferiti da Bovolone a Castagnè nel comune di Mezzane per volere della cooperativa San Francesco (alla quale sono affidati). La struttura, abbandonata da vent’anni e con lo spettro incombente dell’abusivismo edilizio, allo stato attuale ospita tre richiedenti asilo. Le proteste di alcuni residenti rafforzate dal supporto di gruppi come Verona ai Veronesi hanno accompagnato l’arrivo dei richiedenti asilo. I quali, spaventati da questa “accoglienza” e dall’isolamento della zona, hanno rifiutato di sottoscrivere il trasferimento.
“Scendiamo in piazza per chiedere che la Prefettura torni sui suoi passi e riammetta i sette ragazzi nel sistema dell’accoglienza, e inizi invece a punire le cooperative come la San Francesco, che lo sfruttano ai danni dei richiedenti asilo!” Questo l’appello veicolato dal presidio costituito oggi davanti alla Prefettura da Assemblea 17 dicembre, Circolo Pink Verona, Potere al Popolo Verona, Laboratorio Autogestito Paratod@s, Associazione Equilibrio Precario.
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