Covid, case di riposo sotto scacco. I sindacati: «Deve arrivare più personale»

La segretaria generale di Fp Cgil di Verona, Sonia Todesco, è intervenuta stamattina ai microfoni di Radio Adige Tv per parlare della situazione nelle case di riposo veronesi e, in particolare, nell'Istituto Assistenza Anziani di Verona.

Si sta consumando ormai da settimane il dramma dei contagi nelle case di riposo veronesi. Al momento un ospite su cinque è contagiato e i morti dall’inizio della pandemia nelle Rsa sono 566. Numeri tragici che fotografano una situazione a dir poco preoccupante, aggravata anche dai contagi tra gli operatori socio sanitari, che sono sempre più pochi. Ad alzare la voce per denunciare questa situazione negli scorsi giorni sono stati i sindacati, che hanno puntato il dito, in particolare, contro l’Istituto Assistenza Anziani di Verona e l’Ulss 9. A parlarcene è stata Sonia Todesco, Segretaria Generale di Fp Cgil Verona.

«Abbiamo una serie di problemi che si sono sommati nel tempo: ai problemi legati all’emergenza Covid nelle sedi dell’Istituto Assistenza Anziani, abbiamo anche una gestione poco efficace nella gestione della situazione. Tanto è vero che noi vediamo le notizie dai giornali ma non abbiamo nessuna interlocuzione con questo ente» ha detto Todesco.

Sulle condizioni di lavoro all’interno dell’Istituto Assistenza Anzini: «I lavoratori hanno già risposto con una lettera in cui, di fronte a una situazione del genere, etichettare come “sciacalli” i lavoratori è inopportuno, dato che abbiamo infermieri che fanno turni di 12 ore e hanno in carico assistenziale 24 ospiti, che devono accudire e lo devono fare uno per turno. – Abbiamo davvero delle condizioni disumane. È chiaro che il nostro sciopero, che dura un’ora, è più simbolico perchè di fatto nei numeri non lo potrà fare nessuno, perchè noi per legge siamo obbligati a dare i minimi assistenziali e sono più alti degli operatori attualmente in servizio. Ma noi qualcosa sindacalmente dobbiamo fare, attirare l’attenzione su questo stato di cose: Verona è la maglia nera non solo in Veneto, ma anche in Italia. Abbiamo un 20% di contagi, mentre la media è del 12%. Abbiamo tantissimi operatori infettati, abbiamo un’Ulss con tre pronto soccorsi che non reggono più. Qui bisogna fare una riflessione sul perchè Verona, con un Rt che raggiunge l’1,50 siamo ancora in zona gialla».

Diverse le proposte di soluzione avanzate dai sindacati: «Noi davanti al Prefetto il 25 novembre avevamo avanzato una serie di proposte concrete: incentivare il personale part-time che rientri in tempo pieno, utilizzare le esternalizzazioni per le attività che non sono rivolte alla persona. Queste sono misure tampone, ma l’unica soluzione è che arrivi personale e qui siamo in fortissimo ritardo».

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