Avvisi di garanzia a Sboarina, Scalzotto e ai consiglieri comunali di Verona, San Bonifacio e Cologna Veneta che avevano votato a favore della delibera che prevedeva il conferimento delle quote dei due comuni (San Bonifacio e Cologna Veneta) alla nuova società (costituita dal Comune di Verona con AGSM Verona) e denominata Agsm Energia Est Veronese S.r.l..
Lungo l’elenco di coloro che sono stati raggiunti dall’avviso firmato dal PM Maria Beatrice Zanotti: il Sindaco (Sboarina) e componenti del Consiglio Comunale di Verona (Leso, De Marzi, Russo, Adami, Drudi, Bacciga, Laperna, Sesso, Bianchini, Maschio, Simeoni, Bocchi, Paci, Velardi, Bonato, Padovani, Zandomeneghi, Bressan, Perbellinì, Zelger, Comencini, Rossi) adottando in data 20.12.2018 la delibera n. 62; il Sindaco (Provoli) e componenti del Consiglio Comunale di S. Bonifacio (Facchin, Rossi, Pasetto, Zaffaina, Gaspari, Tebaldi, Lunardi, Gozzi, Soave, Racconto, Pimazzoni, Fiorio, Zorzanello) adottando in data 10.1.2019 la delibera n. 1; il Sindaco (Scalzotto) e componenti del Consiglio Comunale di Cologna Veneta (Fanton, Tagliare, Dal Seno,Avella, Giaccherello, Chierico, Bertin, Massignani), adottando in data 09.01.2019 la delibera n . 1.
A sollevare il polverone per primo era stato Luca Restello, sindaco leghista di Lonigo, il quale nel giugno del 2019 aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Verona riguardo proprio alla trattativa per la vendita di Uni.Co.Ge, la società che eroga gas ed energia elettrica nell’est veronese, partecipata dai Comuni di San Bonifacio (23,10%), Lonigo (18,86%), Soave (18,10%), Colognola ai Colli (12,07%), Cologna Veneta (10,74%) e Zimella (4,93%), oltre a Sinergas e Veneto Banca (assorbita da Banca Intesa), rispettivamente con una quota del 9,75% e del 2,44%.

A Verona, tra i primi ad occuparsi del caso, era stato Michele Bertucco: «L’allora presidente di Agsm Michele Croce aveva fortemente voluto questa operazione societaria e con l’assessore alle Partecipate Daniele Polato aveva costretto il consiglio comunale di Verona a deliberare in pochi giorni. – afferma il consigliere comunale di Sinistra e Verona in Comune Michele Bertucco – Noi avevamo sollevato il problema Il 20 dicembre 2018 quando il Consiglio comunale deliberava la costituzione di una new.co controllata da Agsm (Agsm Energia Est Veronese S.r.l.)».

La new.co., nelle intenzioni del Comune di Verona avrebbe permesso ad Agsm, insieme ai Comuni di San Bonifacio e di Cologna Veneta che detenevano meno del 34% di Uni.Co.Ge, di acquisire le quote della società appartenenti agli altri soci pubblici, cioè i Comuni di Colognola ai Colli, Soave, Lonigo e Zimella, proprietari di oltre il 50%.
«Morale della favola? – prosegue Bertucco – Agsm di fatto avrebbe acquisito, superando il diritto di prelazione di Sinergas, l’80% di una società con un giro d’affari di quasi 30 milioni di euro. Sinergas e il Comune di Lonigo avevano fermato tutto facendo ricorso al Tar e il sindaco di Lonigo si era rivolto anche alla Procura della Repubblica di Verona».
«Se varie autorità di controllo, per la mancanza di gara pubblica, hanno sollevato, giustamente, un problema di legittimità sul 2% dell’aeroporto Catullo che il Comune di Villafranca cedette a Save, come potevano il Comune di Verona e AGSM sperare di farla franca? – si domanda ancora il consigliere comunale – Il Comune di Verona ha portato avanti un’operazione discutibile sul piano legale tra Agsm – di cui il Comune è socio unico – e Unicoge, la società di luce e gas di San Bonifacio, Cologna Veneta, altri quattro enti locali, Veneto Banca e Sinergas, l’operatore privato vittima di questa storia. Un’ operazione finanziaria che in consiglio comunale avevamo aspramente condannato e criticato e ora la Procura della Repubblica di Verona conferma quanto avevamo sostenuto “solitari” in consiglio comunale».