Il crollo della ricchezza prodotta dal Paese ha provocato la perdita di posti di lavoro con un milione di nuovi poveri che hanno bisogna di aiuto addirittura per mangiare. È quanto stima la Coldiretti sugli effetti del calo del PIL del 5,4% in termini tendenziali nel primo trimestre del 2020 rilevato dall’Istat.
Fra i nuovi poveri – sottolinea la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che si sono fermate. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche con richieste di aiuto anche da padri e madri che non sanno più come sfamare i figli con la chiusura delle mense scolastiche che per molti rappresentavano una occasione per un pasto caldo garantito.
Una fascia di nuovi indigenti che fa salire a 3,7 milioni il numero totale di persone che in Italia in questo momento hanno bisogno di aiuto per mangiare secondo le proiezioni Coldiretti sugli ultimi dati Fead. E tra questi – stima la Coldiretti – ci sono anche 700mila i bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare. Le situazioni di difficoltà sono diffuse lungo tutta la Penisola ma le maggiori criticità – conclude la Coldiretti – si registrano nel Mezzogiorno con il 20% degli indigenti che si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia ma situazione diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e nella Lombardia (9%) dove più duramente ha colpito l’emergenza sanitaria. Un’emergenza sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale – continua la Coldiretti – si è attivata la solidarietà per rafforzare gli interventi sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà.
Quasi 4 italiani su 10 (39%) dall’inizio dell’emergenza hanno dichiarato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori con la spesa sospesa, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.