In occasione della 15esima settimana della finanza, al via questa sera con il primo evento in diretta su Radio Adige, è intervenuto ai microfoni di Radio Adige Alberto Bozza, consigliere regionale di Forza Italia, che ci ha dato il suo punto di vista sull’economia veronese e sulla seconda ondata dell’emergenza Covid.
Riguardo le imprese venete Bozza sostiene: «Sicuramente è un periodo molto complicato e difficile, perché dopo essere usciti dalla prima ondata di Covid c’è stata una leggera ripresa per poi arrivare totalmente impreparati a questa seconda ondata. Le restrizioni vengono quotidianamente controllate e ampliate dal Governo. In Veneto siamo ancora in zona gialla, ma non so quanto sia una fortuna. Quando non rientri nella zona arancione o rossa, anche i sostegni economici dei Decreti Ristori vanno a penalizzare le zone gialle, poiché la restrizione è la più debole. Le imprese della nostra regione a mezzo servizio non riescono a sostenere, pur rimanendo in parte aperte, i costi anche ordinari e giornalieri. È una situazione complicata che oggi come oggi non vede un intervento deciso dal punto di vista economico e un sostegno da parte delle amministrazioni locali a quelle categorie che oggi maggiormente soffrono.
Prosegue: «Guardando la città di Verona, anche l’amministrazione locale e comunale deve fare il suo compito. I dati sono sconcertanti: le attività commerciali del centro storico registrano un calo del 70% del fatturato e dei clienti in questo periodo. Un calo ingiustificato, in quanto oggi come oggi non è vietato andare ad acquistare nei negozi o consumare nei bar o al ristorante. Poi succede, come a Verona, che passa un messaggio sbagliato riguardo i fine settimana con il blocco alle vie del centro storico, che ha generato una certa paura e soggezione nei veronesi, che per non rischiare non sono andati in centro, quando potevano andare al bar o al ristorante. Il problema è che si sta creando un clima di paura, e quindi scarseggia la presenza dei cittadini. La salute va preservata e non vanno fatti assembramenti, non fare la spesa negli orari di punta, usare le mascherine e il distanziamento e l’igienizzazione continua, ma non possiamo pensare che il mondo si blocchi».
Le soluzioni per uscire da questo impasse, secondo Bozza, sono: «I provvedimento possono essere le riduzioni dell’IMU, una tassa che a livello locale può essere gestita. Per esempio si potrebbero coinvolgere i locatori delle attività soggette a restrizioni ed effettuare riduzioni e moratorie per il pagamento tasse rifiuti locali o una proroga del saldo IMU 2020 al 2021. Stamattina, inoltre, leggevo di una riduzione dei canoni di affitto per le attività di ogni zona».
Conclude con una riflessione sulla gestione sanitaria del Veneto: «La regione Veneto sia nella prima fase che nella seconda è una delle poche Regioni ad aver gestito bene l’emergenza sanitaria, in maniera organizzata ed evitando il caos totale come purtroppo è successo altrove. Il nostro sistema sanitario in parte regge e in parte dimostra delle alcune e punti deboli che dovranno essere oggetti di politica nei prossimi mesi. La pandemia ci ha messo a dura prova e oggi bisogna correre ai ripari. Certo, se a livello nazionale l’opportunità di attingere ai fondi del MES non viene accolta, dal punto di vista locale si fa fatica ad affidarsi a un costo importante per risistemare i punti deboli della nostra sanità. Bisogna saper utilizzare in maniera intelligente le risorse per dare la possibilità di fornire ai nostri cittadini un sistema sanitario pronto a rispondere alle situazioni più difficili come quelle che stiamo vivendo quest’anno».