Confindustria Giovani, Dalla Bernardina: «Servono aiuti concreti dal governo, non solo garanzie»

Marco Dalla Bernardina, Presidente di Confindustria Giovani Verona, ha delineato il profilo della situazione presente per i giovani imprenditori veronesi, sottolineando, da un lato, la necessità di ricevere aiuti concreti dal governo e, dall'altro, di una "fase 2" di maggiore apertura, per ridare slancio all'economia.

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«Sono Marco Dalla Bernardina, Presidente del gruppo giovani imprenditori di Confindustria Verona, un’associazione che riunisce all’incirca una novantina di giovani imprenditori della città. Sono inoltre dirigente dell’azienda di famiglia, una holding che si occupa del settore petrolifero e del turismo».

«Il periodo è veramente difficile, perché oltre all’emergenza sanitaria-economica, c’è anche una vera emergenza sociale: sono tre aspetti che sono legati in maniera fondamentale. Come associazione, stiamo dando tutto il supporto possibile, condividendo con gli associati tutte le novità normative, nel più breve tempo possibile, studiando dei format che permettano di andare a toccare quegli argomenti più delicati in cui si possa fare un po’ di formazione, e ci stiamo supportando molto a vicenda».

«Noi ci aspettiamo uno stato che sia di supporto all’impresa e ai giovani imprenditori, cosa che purtroppo non sta avvenendo. Fino ad oggi non è arrivato alcun aiuto concreto. L’unico aiuto, così come è stato chiamato, è in realtà solo una garanzia, su prestiti e finanziamenti che le aziende comunque devono accollarsi. Ci aspettiamo molto di più, per esempio che si superi da subito la questione dei codici Ateco, che avevano un senso nel momento in cui si dovevano identificare le filiere fondamentali, adesso l’unico senso sono le aziende che sono in grado di tutelare la salute dei dipendenti e dei clienti e le aziende che non sono in grado di farlo. Questo discorso vale per la grande impresa, per il piccolo commerciante, per il professionista e per la parrucchiera».

«Siamo costretti a guardare al futuro con positività, il futuro è di noi giovani e dobbiamo per forza essere positivi, ma non è facile. Non è facile venire in azienda, non è facile vedere le facce preoccupate dei collaboratori e non è facile ricevere le chiamate di collaboratori in cassa integrazione. Nella vostra trasmissione leggo l’hashtag “andrà tutto bene”: dal punto di vista sanitario sono estremamente convinto che sarà così, ma dal punto di vista economico andrà tutto bene a certe condizioni, così no, dobbiamo essere chiari. Noi continuiamo a essere positivi, ma non andrà tutto bene finché la politica non avrà il coraggio di fare determinate scelte e non tornerà ad essere dalla parte di chiunque porti economia all’interno dello stato».

«Confido che nelle prossime settimane venga modificato il decreto e si possa effettivamente passare a una fase 2 che abbia un senso, di apertura, di sostegno all’economia, una fase in cui, rispettando le regole e garantendo la sicurezza, si possa tornare a una parvenza di vita normale».