Lucia Scardoni, quando lo sci di fondo è di casa

La fondista di Bosco Chiesanuova è intervenuta ai microfoni di Verona Live. Ci ha raccontato il suo amore per lo sci e le soddisfazioni ottenute fino a qui. Con uno sguardo alle prossime Olimpiadi.

Lucia Scardoni, fondista veronese che gareggia per le Fiamme Gialle, è originaria della Lessinia, una terra che ha dato tanto allo sport scaligero. In occasione della festa della donna, è intervenuta ai microfoni di Verona Live e ci ha raccontato uno sport che, sebbene non sia uno dei più diffusi, fa parte di una lunga tradizione veronese che ha dato negli anni tanto orgoglio alle nostre terre.

Lucia, come ti sei avvicinata allo sci di fondo?

«Sicuramente non è uno degli sport più diffusi, ma qui in Lessinia è una tradizione che va avanti da sempre e che ci ha regalato grandissimi campioni negli anni. Avvicinarsi al fondo è stato naturale, era la passione dei miei genitori e lo sport tipico di Bosco Chiesanuova. Per cui non appena ho cominciato a camminare, mi sono infilata gli sci ai piedi. E tuttora mi dà moltissime soddisfazioni. A 19 anni sono entrata nella Guardia di Finanza per meriti sportivi, avevo vinto i Campionati Italiani che mi hanno permesso di entra in squadra. Dai 16 anni ho sempre fatto parte della squadra nazionale: agli inizi non è stato facile conciliare lo studio e lo sport. Scendere a Verona per la scuola e poi tornare qui ad allenarmi è stato faticoso, ma questo mi ha aiutato ad essere ancora più determinata nella vita».

Lo sci di fondo è uno sport individuale, ma quant’è importante avere una squadra vicino?

«Si, lo sci di fondo è allo stesso tempo sport individuale e di squadra. Innanzitutto perché alcune gare come la staffetta le si affronta proprio in squadra; poi comunque ci si allena sempre insieme. Durante i ritiri estivi così come durante gli allenamenti invernali. Il gruppo è importantissimo per spronarsi, migliorarsi, per cercare di superare insieme i propri limiti.
Secondo me è importante confrontarsi anche con atlete di altre nazioni per conoscere altre metodologie di allenamento, altre mentalità».

Hai mai pensato di lasciar perdere l’attività agonistica e di dedicarti allo sci solo come hobby nei weekend?

«Sinceramente si, soprattutto a fine stagione quando si accumulano un po’ le stanchezze fisiche e mentali. In Italia poi siamo molto quadrati, molto rigidi nell’allenamento. Questa ovviamente alla lunga provoca stanchezza; ho conosciuto molti atleti stranieri che vivono gli allenamenti in modo molto più rilassato. Su questo secondo me abbiamo da imparare: siamo forse troppo perfezionisti, e non è detto che questo faccia sempre bene. Anche a livello di prestazioni».

Dieci anni fa pubblicammo un servizio di Lucia Scardoni all’inizio della sua carriera. Che effetto fa rivederlo oggi?

«Mi fa sorridere, ero molto piccola. Devo dire che i miei sogni di allora si sono tutti realizzati: ho partecipato alle Olimpiadi, ho fatto tre Mondiali assoluti. I sogni non sono cambiati, ma ora non punto più solo a partecipare ma a ottenere dei buoni piazzamenti.
L’anno prossimo ci saranno le Olimpiadi e questo è un nuovo sogno che si avvera».

Che consigli daresti ad una giovane donna che si sta avvicinando al mondo dello Sci di fondo?

«Sicuramente direi di non mollare mai: anche se è uno sport molto duro e faticoso, col tempo le fatiche vengono tutte ripagate. Questo non significa per forza vincere le gare, ma solo il fatto di potersi allenare sempre all’aria aperta è molto appagante. Ti dà la possibilità di conoscere tante persone, creare dei rapporti e delle amicizie che ti permettono di avere una crescita personale molto importante. Questo sport mi ha aiutato molto, anche nella mia vita privata».