Verona, il “Grande Teatro” si arricchisce di due titoli. Sul palco anche Nancy Brilli
Il Grande Teatro rialza il sipario. La storica rassegna del Comune di Verona, organizzata in collaborazione con il Teatro Stabile, richiama il pubblico in sala per altri due appuntamenti. Dal 29 marzo al 3 aprile Enrico IV con Sebastiano Lo Monaco, diretto da Yannis Kokkos. Dal 3 all’8 maggio Manola di Margaret Mazzantini con Nancy Brilli e Chiara Noschese, dirette da Leo Muscato.
«Il Grande Teatro non è finito, anzi, riaccende i riflettori – ha spiegato a sorpresa l’assessora alla Cultura Francesca Briani -. Siamo partiti quest’autunno senza avere certezze, navigando a vista. Ma oggi più che mai è importante dare segnali forti. Aggiungere questi due titoli era un obiettivo che ci eravamo dati e che abbiamo voluto realizzare fortemente».
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Lo stop lo scorso 30 gennaio
La rassegna aveva spento i riflettori lo scorso 30 gennaio, dopo sei spettacoli. Tuttavia, per l’affetto dimostrato dal pubblico, l’Amministrazione comunale ha voluto riaccendere le luci del Teatro Nuovo e offrire la possibilità di assistere ad altri due imperdibili appuntamenti. Una sorta di “atto secondo” della stagione 2022. Come in tempi pre-pandemia il cartellone arriverà, quindi, a otto spettacoli totali. Come da tradizione, il giovedì pomeriggio, alle 18, gli attori incontreranno il pubblico nel Piccolo Teatro di Giulietta.
Abbonamenti e biglietti
La campagna abbonamenti prevede tre fasi. Dal 28 febbraio al 9 marzo gli abbonati della stagione 2019-2020 potranno acquistare, confermandolo, lo stesso posto di due anni fa. Dall’11 al 19 marzo saranno invece i nuovi abbonati della stagione 2021 a rinnovare la “tessera”. Nei giorni 21 e 22 marzo, infine, tutti potranno sottoscrivere il mini abbonamento per i due spettacoli.
Prenotazioni online
Per organizzare al meglio l’acquisto dell’abbonamento ed evitare file, è possibile prenotare l’appuntamento tramite il sito del Teatro Stabile. Possibile scegliere il luogo (biglietteria del Teatro Nuovo oppure Box Office), il giorno e l’ora. Dal 23 marzo saranno in vendita i singoli biglietti, al Teatro Nuovo, al Box Office e online.
Il direttore artistico Mangolini: «Verona ha una forte vocazione teatrale»
Racconta Carlo Mangolini, direttore artistico degli spettacoli del Comune: «Il pubblico ci ha seguito con affetto. Una media di duemila spettatori a titolo è in questo momento un risultato eclatante. Questo conferma ancora una volta la vocazione teatrale di Verona. Non potevamo pertanto deludere le aspettative. Per farlo abbiamo proseguito la linea tracciata finora, affiancando i classici e la drammaturgia contemporanea, con due registi di eccellenza e degli interpreti di grande qualità».
Enrico IV
Il primo ad andare in scena sarà Enrico IV di Luigi Pirandello. Alla regia ci sarà Yannis Kokkos. Il protagonista sarà Sebastiano Lo Monaco. Sul palcoscenico anche Mariàngeles Torres, Claudio Mazzenga, Rosario Petix, Luca Iacono, Sergio Mancinelli, Francesco Iaia, Giulia Tomaselli, Marcello Montalto, Gaetano Tizzano e Tommaso Garrè. Lo spettacolo è prodotto da Associazione SiciliaTeatro, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Palermo e Teatro Stabile di Catania. I costumi sono di Paola Mariani, le musiche di Dario Arcidiacono, le luci di Jacopo Pantani e le scene dello stesso Kokkos che proprio come scenografo iniziò la sua lunga carriera lavorando per Antoine Vitez e Jacques Lassalle.
Manola
La rassegna proseguirà, dal 3 all’8 maggio, con Manola di Margaret Mazzantini. Sotto la regia Leo Muscato, le protagoniste saranno Nancy Brilli e Chiara Noschese. Lo spettacolo è prodotto da Enfiteatro. L’opera racconta la storia di due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Da un lato Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce a ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo. Dall’altro lato, il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una perenne rivincita. Un testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una prova circense senza rete. Ma che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale.
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