Arriva a Verona, nel chiostro di Santa Maria in Organo, Il Teatro Comico. Per tre sere, dal 4 al 6 settembre inizio alle ore 21, sul palco la compagnia La Graticcia e che ha già riscosso largo consenso di pubblico nei diversi appuntamenti in provincia.
«Volendo portare in scena un classico del teatro – annuncia Giovanni Vit, alla guida della compagnia -, forti dell’esperienza che abbiamo maturato negli anni, abbiamo cercato un testo che fosse poco conosciuto al grande pubblico, ma dalla forte comunicativa, continuando la tradizione che vede al centro uno stile di teatro popolare che si presti a più chiavi di lettura».
Il Teatro Comico, oltre all’aspetto didattico legato alla riforma goldoniana, rappresenta un curioso spaccato sociale che mostra il funzionamento delle compagnie teatrali del ‘700. Le prove, le discussioni, i rapporti tra attori rendendo lo spettacolo un’esplosione festosa di colori, battute e comicità.


«Continua il connubio tra cultura e divertimento iniziato qualche anno fa con Il Palio di Verona – prosegue Vit -. Il nostro intento è quello di far uscire dalla sala un pubblico arricchito di nuove conoscenze, divertito e sicuramente travolto dalla incredibile poesia che solo le commedie di Goldoni sanno donare. Visti i temi trattati abbiamo voluto realizzare uno spettacolo che sappia catturare l’attenzione dei giovani, facendoli ricredere sulla riforma goldoniana giudicata, ahi noi, troppo noiosa per come viene propinata dai testi scolastici»
Sul palco la storia di una compagnia di illuminati attori “all’improvviso”, si trova per la prima volta a portare sulla scena, sotto la guida del capocomico Orazio, una commedia premeditata, studiata, scritta. Dovendo lasciare il vecchio modo di fare teatro ogni attore si sente spaesato, da lì nascono dubbi, equivoci di esilarante divertimento. Questi attori non sanno che sono i protagonisti della più grande rivoluzione teatrale, la riforma goldoniana.
«Per alcuni di noi tornare a interpretare uno spettacolo di Goldoni è stato come tornare a casa – conclude Giovanni Vit -, è stata l’occasione per ricordare tutti i vecchi insegnamenti raccolti in tanti anni si attività, con l’obiettivo di far ritrovare allo spettatore i colori, l’equilibrio e la vivacità del teatro veneto più bello».

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