Verona, concluso il restauro (da privati) della Colonna di San Marco

Sarà presentato oggi al pubblico il nuovo volto della colonna di San Marco situata a Verona, in Piazza Erbe. Le operazioni di restauro sono state sostenute dalla famiglia Benetti, vincitrice del bando redatto dal Comune.

La statua restaurata

Verona, concluso il restauro (da privati) della Colonna di San Marco

Si è concluso il restauro della Colonna di San Marco, in piazza delle Erbe. Oggi è stato presentato l’intervento di restauro e il prezioso manufatto sarà restituito ai cittadini e alla città. La Famiglia Benetti ha sostenuto il restauro, dopo essersi è aggiudicata il bando redatto da Palazzo Barbieri. In cambio del restauro, la gioielleria potrà disporre degli spazi pubblicitari sulle facciate delle impalcature.

Colonna San Marco Verona
La colonna di San Marco a Verona. Foto da Wikipedia

Presenti alla manifestazione la Vicesindaca con delega a Beni culturali e Paesaggio Barbara Bissoli e il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Vincenzo Tinè, oltre alla restauratrice Francesca Mariotto.

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La statua

La colonna marmorea rappresenta il Leone di San Marco, con il vangelo aperto con la scritta «Pax» e la coda bassa. Il felino alato nell’iconografia cristiana rappresenta infatti l’evangelista San Marco. La statua è stata realizzata nel 1523 in ricordo della vittoria di Venezia e il dominio sulla città. 

Diagnostica del restauro

Il Leone e la colonna presentavano fenomeni di degrado differenti, in quanto di epoche diverse: la struttura marmorea risale al 1523 mentre la scultura è del 1886. Sulla colonna proliferavano colonie biologiche che annerivano gran parte della superficie ed erano presenti anche alcune piante. Il capitello era rivestito da depositi solidificati e da incrostazioni mineralizzate, mentre sulla superficie del leone si erano formate in maniera disomogenea croste mineralizzate di struttura stalattitica. La colonna aveva risentito del dilavamento causato dalle acque meteoriche che aveva prodotto l’apertura di innumerevoli fessure. Il basamento mostrava la presenza di strati alterati di vecchi trattamenti di manutenzione oltre a danni meccanici per la prossimità al piano stradale.

Fasi dell’intervento

Il monumento è stato, innanzitutto, oggetto di spolveratura preliminare con pennelli e aspiratore. Si è proceduto poi con il trattamento biocida applicato manualmente per due volte, utilizzando fogli in polietilene sigillati per ottenere un effetto “serra” utile a potenziare l’azione del prodotto. Ogni stesura è stata seguita da un risciacquo per l’eliminazione delle biomasse. Le superfici lapidee sono state pulite con impacchi di soluzioni saline. Le restauratrici hanno provveduto alla stuccatura delle lacune e delle fessure con malte di calce aerea e opportuni aggregati, allo scopo di intonare le integrazioni con la materia lapidea antica. Infine, è stato applicato un prodotto consolidante per riaggregare i materiali originali con quelli nuovi.

Analisi diagnostiche 

In aggiunta sono state eseguite anche delle analisi per il riconoscimento del litotipo e di alcune sottilissime stratificazioni di cui si ipotizzava un’origine derivante dai trattamenti di finitura originali. È stato inoltre classificato il tipo di pietra costitutivo del leone. Con una complessa indagine tomografica è stata analizzata la propagazione del suono all’interno della colonna per avere una mappatura di eventuali disomogeneità della pietra.

Foto di gruppo davanti alla statua restaurata

L’inaugurazione

All’inaugurazione in piazza Erbe hanno partecipato, insieme alla vicesindaca, il soprintendente Vincenzo Tinè, i rappresentanti del Gruppo Benetti, Roberto e Antonella con la mamma Luciana, le restauratrici Francesca Mariotto, Adele Trazzi e Cinzia Pastorutti (fanno parte del team anche Cristina Morgani e Francesca Simoni), la dirigente dell’Edilizia Monumentale Civile Raffaella Gianello con la responsabile del procedimento Viviana Taggetto. Presenti anche i consiglieri comunali Pietro Giovanni Trincanato e Federico Sboarina e il comandante della Polizia locale Luigi Altamura.

«Siamo davvero orgogliosi di aver riportato all’antico splendore un importante monumento cittadino e di aver contribuito ad accrescere la bellezza di un angolo della nostra splendida città – afferma Roberto Benetti -. Piazze Erbe è visitata ogni anno da milioni di persone ed è uno dei luoghi più amati dai veronesi: il nostro impegno per l’arte e la cultura non poteva rivolgersi altrove. La nostra presenza su questa piazza vuole, infatti, diventare occasione per partecipare fattivamente alla tutela e alla valorizzazione del bello che ci circonda».

«Uno dei simboli di Verona, da secoli non si interveniva – ha aggiunto il soprintendente -. Un lavoro che andava fatto, ringraziamo la famiglia Benetti per questo regalo alla città. È importante che i cittadini illuminati si sentano coinvolti in questo tipo di attività, scegliendo l’obiettivo e potendone vedere il risultato finale».

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