Ieri sera, mercoledì 16 settembre, Palazzo Bocca Trezza ha aperto le sue porte e accolto la cittadinanza, che ha potuto così ammirare le bellezze del salone al piano terra, prima della trasformazione che prenderà il via entro un anno. Il progetto definitivo di riqualificazione dell’intero edificio storico, infatti, è pronto. All’interno delle stanze visitabili, disegni, schede e spiegazioni, in uno dei prossimi cantieri che cambieranno il volto della città.
Il secondo appuntamento di presentazione del dossier “Verona 2022. La Cultura apre nuovi mondi’” è stato dedicato a due dei capitoli portanti. Il benessere della persona e la rigenerazione urbana. All’incontro erano presenti il sindaco, gli assessori ai Lavori pubblici, all’Urbanistica e alla Cultura.
«Abbiamo voluto questi incontri aperti alla cittadinanza proprio all’interno di alcuni dei 22 luoghi in cui presto partiranno i cantieri che cambieranno il volto della città» ha detto il sindaco. «Progetti che, insieme, hanno permesso di presentare la candidatura per Verona Capitale italiana della Cultura. Questa è già una vittoria, perché siamo riusciti a mettere insieme forze, competenze e risorse per un unico grande progetto che farà crescere la nostra città culturalmente e urbanisticamente».
«Questo Palazzo tra un anno sarà un cantiere e la sua valorizzazione e rigenerazione darà vita a nuovi uffici, spazi pubblici e condivisi» ha continuato. «Un gioiello nel cuore di Veronetta. Un’operazione di riqualificazione che, come le altre in programma, porteranno sicurezza nei quartieri e nuovi luoghi di vita vissuta. Progetti veri che hanno un unico obiettivo, il bene comune inteso come persone e spazi urbani».
«Dopo l’incontro all’ex Caserma Santa Caterina, dove verranno realizzati i depositi museali, abbiamo scelto Palazzo Bocca Trezza per questo secondo appuntamento» ha affermato l’assessore all’Urbanistica. «Qui era giusto presentare due dei capitoli centrali del dossier. Da un lato la crescita e il benessere della persona, con tanti progetti che dimostrano la vitalità, il fermento e l’operosità di Verona, dall’altro la rigenerazione urbana. Due temi che corrono sugli stessi binari in direzione Verona Capitale della Cultura 2022».
«Un altro appuntamento per scoprire, passo dopo passo, il corposo dossier depositato a fine luglio per la candidatura di Verona a Capitale italiana della Cultura 2022» ha concluso l’assessore alla Cultura. «L’invito, anche ai prossimi incontri, è rivolto a tutta la città. I veronesi, grazie a questi pomeriggi di condivisione, potranno scoprire progetti e iniziative, così come incontrare istituzioni, enti e realtà che hanno contribuito a questo percorso, mettendo insieme idee e competenze per il futuro di Verona».

Durante il pomeriggio sono stati illustrati alcuni dei progetti che sono stati inseriti nella candidatura: la piattaforma virtuale del Club di Giulietta, l’esperienza del Tocatì, della Verona Minor Hierusalem, ma anche progetto Quid e associazione Cocai con l’Ars Lab.
Durante la serata sono stati svelati i capitoli del dossier “Human Culture – La persona e la cura” e “Community building – Rigenerare una città”. Il primo dedicato all’empowerment, ossia alle attività culturali come strumento di diffusione della capacità cognitive ed operative per lo sviluppo e il benessere delle persone. Ma anche ai legami sociali per la valorizzazione delle diversità e la coesione sociale. Il secondo capitolo, invece, sulla città quale bene comune di cui prendersi cura. Una Verona in divenire aperta a raccogliere le istanze di coloro che vogliono rendersi protagonisti del cambiamento.
Tra i relatori l’architetto Giovanni Castiglioni, che è intervenuto sul progetto di Palazzo Bocca Trezza, spiegando che il percorso fatto deriva da un bando comunale che voleva in Palazzo Bocca Trezza un luogo di molteplici funzioni. «Il Palazzo è uno dei più importanti del 1500 ed ha ospitato in passato il liceo artistico Nani. In particolare perciò ci si è dedicati al carattere sociale del progetto implementandolo però con un percorso di co-progettazione per coinvolgere la cittadinanza, che desse maggior valore al progetto» ha affermato. «Il nostro è stato quindi un lavoro di eleborazione progettuale, interpretazione e agevolazione verso il cambiamento di funzioni. Un intervento conservativo nella parte storica e poi aperto senza ulteriori cambiamenti per qualsiasi situazione. Un progetto sostenibile, con un giardino non più all’italiana, ma con un unico livello senza siepi e ostacoli, per un uso personalizzato da parte della cittadinanza».
È poi intervenuta Paola Tessitore, direttrice della Fondazione Minor Hierusalem, spiegando la visione di questo progetto, in cui «prevale la persona, il no profit, perché la persona è un valore. In Verona minor la persona è al centro. È un volontariato culturale, in cui si occupa un po’ della quotidianità in qualcosa che si ama. Il riscontro e la crescita personale sono elevati perché ogni volontario ha un progetto nel progetto, un valore nel valore».
«Ogni volontario è una risorsa che può crescere, perché ha valori di squadra ma insieme agli altri porta avanti un progetto unico» ha continuato. «Verona Minor Hierusalem è integrazione di una cultura unica, che mantiene però le singolarità. La nostra visione è lungimirante, per lasciare alla generazione futura un patrimonio, in cui ogni cittadino riesce a dare il proprio contributo unico. Per portare Verona a tutta la città grazie al lavoro unico di ogni persona. Un valore nei valori».
È quindi intervenuta Giovanna Tamassia, presidente del Club di Giulietta, che ha spiegato come l’immagine di Giulietta sia effettivamente identificativa di Verona, ma non sia per questo un limite. «Giulietta richiama le persone, chi le scrive le racconta storie di vita vera ed è per questo che da noi è partito il progetto di un piattaforma virtuale che racconti e tratti di temi particolari, come la parità di genere o le ingiustizie sociali».
Anna Fiscale, presidente dell’Associazione Quid, ha raccontato la nascita della cooperativa sociale, che si dedica a dare nuova vita ai tessuti di pregio scartati ma ha in sè la missione sociale di dare una seconda opportunità alle persone con fragilità e in particolare alle donne. «Diamo una seconda opportunità al tessuto di grande pregio attraverso lavorazione artigianale e un secondo valore alle persone che riacquista valore in società. Una creazione di bellezza. Con questo nuovo progetto vorremo creare mostre fotografiche di capi d’abbigliamento, sfilate per mostrare collezioni diverse ma con volti diversi, incontri di cultura sull’innovazione sociale, sull’economia circolare».
Si è quindi passati alla seconda parte dell’incontro “Community building – Rigenerare una città” con l’intervento dell’architerro Giulio Saturni di Cocai che ha esposto il progetto Ars Lab all’Arsenale. «Immaginazione è la parola chiave, perché i cittadini aiutino i politici per immaginare la città. La vision vede un luogo della città dove cittadini e imprenditori possano conoscere la città, contaminarsi, tra grandi sinergie. Costruire una vision, non è facile, serve vincere la sfida di fare rete ma deve anche rendere originale la comunità. Ars Lab è un luogo e una casa comune in cui conoscendo la storia si può immaginare la città del futuro».
Ultimo intervento è stato di Giuseppe Giacon, vice presidente di A.G.A. Associazione Giochi Antichi, che anche quest’anno ha organizzato il Tocatì. «Associazione Giochi Antichi è composta da tanti volontari che con il gioco si sono uniti. Mai come in questi mesi si è capito che la rete di persone è solida è legata sul saper fare» ha affermato. «Energia e valore dei volontari sono dono comune, anche avendo visioni differenti si è uniti per fare qualcosa per il territorio. Il Festival ha fatto vivere anime diverse, distanti nella visione del mondo, che attraverso il gioco si uniscono e lì c’è spazio di civiltà».
«Abbiamo capito che il format festival è ormai superato, volevamo perciò restitutire alla città un progetto permanente, pensato con molti soggetti, a livello locale ma anche italiano. Uno spazio permanente dedicato al gioco, progettato e sostenuto. Il primo luogo di comunità sarà nel parco Colombare, durante la settimana per le scuole e nel weekend per le famiglie, in uno spazio ora abbandonato. Questo perché dietro a Tocati e Giochi Antichi c’è molto altro che il semplice giocare, c’è invece dialogo, compromesso, equilibrio e voglia di fare».
I prossimi cantieri che verranno aperti al pubblico saranno l’ex Tabacchi, il 2 ottobre, e Castel San Pietro il 9 ottobre. È necessario prenotarsi inviando una mail all’indirizzo veronacultura22@comune.verona.it.