«L’attuale situazione attraversata dalla Elcograf è assolutamente preoccupante» secondo Fistel Cisl nazionale e di Verona.
Fistel Cisl, la Federazione sindacale della Cisl che associa i lavoratori della informazione (carta,stampa, editoria, televisione) dello spettacolo (cinema, audiovisivo, musica, teatro) e delle telecomunicazioni, lancia l’allarme sulla situazione della Elcograf, l’azienda tipografica con oltre 1000 dipendenti che lavorano nei sette stabilimenti presenti in Italia. Fra cui quello storico di via Mondadori a Verona.
«L’Azienda, nell’ambito dell’incontro di Gruppo tenutosi a Verona il 12 aprile – si legge nel comunicato a firma Fistel Cisl nazionale e di Verona –, ci ha formalmente comunicato che l’andamento del M.O.L. (un’indicatore della redditività dell’azienda, ndr) dei primi due mesi del 2019 è in perdita per oltre 3,5 milioni euro e che, se tale andamento dovesse perdurare immutato, non vi sarà altra scelta che ridurre il perimetro aziendale, con la chiusura di uno o più stabilimenti produttivi, tra i quali in primis Verona Rotative e Melzo».
«Tale drammatico stato di cose – continua il comunicato – è conseguenza diretta della perdita dei volumi legata al cliente Mondadori, il quale a partire da dicembre 2018 ha cominciato ad assegnare commesse di periodici e libri ad altri stampatori, come i lavoratori hanno potuto verificare con i loro occhi, ciò malgrado il contratto in essere con Elcograf. Non è nostro compito giudicare se vi siano o meno i fondamenti giuridici che Mondadori accampa per la scelta fatta. Quello che ci preme sottolineare è che tale linea di azione, portata avanti da un Cliente che rappresenta oltre il 50% del fatturato globale di Elcograf (che in qualche stabilimento raggiunge il 60% se non l’80% del fatturato) ha conseguenze sociali devastanti. Da ciò che sappiamo, il contratto avrebbe dovuto restare in vigore quantomeno fino al termine del 2021, e anche oltre attraverso un meccanismo di rinnovo a parità di condizioni di mercato».
«L’uscita dal contratto, dovesse definirsi, metterebbe a rischio centinaia di posti di lavoro. È nostra intenzione, pertanto, riportare al tavolo le parti interessate affinché si raggiunga un compromesso che salvaguardi la sopravvivenza delle famiglie coinvolte in Veneto, come in Lombardia o Trentino, considerando non solo l’aspetto economico ma anche quello sociale».
«Per far ciò non mancheremo di attivarci a tutti i livelli – conclude il comunicato Fistel –, portando all’attenzione della Politica locale e non, un problema che ha dimensioni sociali rilevantissime. Purtroppo, tuttavia, il tempo stringe e bisogna attivarsi subito se vogliamo evitare scelte irreversibili e devastanti per i territori interessati».