Le eccedenze alimentari possono essere un’opportunità. Lo sanno bene le ACLI veronesi, che da anni sono impegnate nella raccolta di cibo e farmaci che altrimenti andrebbero buttati. Per diffondere il messaggio, sono stati organizzate due giornate di confronto per venerdì 25 e sabato 26 gennaio
Una rete di solidarietà corta per recuperare il cibo invenduto e i farmaci inutilizzati, da destinare tramite donazione ad enti di assistenza e beneficienza. Perchè gli sprechi in questi settori sono tanti, si sa; solo nel 2017 il progetto veronese Rebus, nato dall’incontro delle Acli con Verona Mercato, è riuscito a recuperare più di un milione di chili di generi alimentari, tra cui frutta, verdura, ma anche pasti cotti, per un valore che si aggira sui 2 milioni di euro, poi i farmaci, per un valore di 65 mila euro. Se ne parlerà venerdì 25 e sabato 26 gennaio, a due convegni organizzati dalle Acli veronesi, per diffondere il messaggio.
Il circolo virtuoso delle Acli provinciali di Verona, che prosegue da anni, sta contaminando tutta Italia, grazie anche al contributo di Fondazione Cattolica. Già un anno fa poi il consigliere comunale Tommaso Ferrari aveva presentato una mozione, poi approvata, per inserire il progetto Rebus all’interno dell’avviso sulla tassa dei rifiuti.
Due giorni per confrontarsi e presentare il progetto R.E.B.U.S., quindi il tema dello spreco e del recupero delle eccedenze alimentari. Il progetto Rebus è attivo a Verona e in altre province in Veneto e Lombardia e prevede il recupero attraverso una rete locale di solidarietà di beni invenduti, in primis, lungo la frontera agroalimentare ma anche da farmacie, da destinare tramite donazione ad enti di assistenza e beneficienza. Le attività di recupero sono realizzate sulla base di specifiche procedure igienico-sanitarie, elaborate in collaborazione con l’Ulss 9 Scaligera,
A dare il contributo in questi anni, le mense scolastiche, i panifici e le piccole attività alimentari. Poi le Corti Venete che hanno appoggiato da subito l’iniziativa di Acli Verona.