Polveri sottili a Verona, Segala: «Dati vecchi»

Per l'amministrazione comunale il dato sull’inquinamento relativo a Verona (25,9 microgrammi per metro cubo di Pm 2,5) non risulta conforme a quello rilasciato da Arpav.

Smog Ilaria Segala urbanistica PNRR Verona
L'assessora Ilaria Segala

La risposta allo studio

L’amministrazione comunale di Verona, in merito allo studio dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero, pubblicato su The Lancet Planetary Health, sottolinea che il dato sull’inquinamento relativo a Verona (25,9 microgrammi per metro cubo di Pm 2,5) non risulta conforme a quello rilasciato da Arpav, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale.

Dalla Relazione regionale sulla qualità dell’Aria di Arpav, nel 2019 il livello di pm 2,5 a Verona è stato di 19 µg/m3, concentrazione media calcolata sui 356 campioni rilevati nell’arco dell’anno al Giarol, la centralina di riferimento per la nostra città. L’inquinamento da Pm 2,5 a Verona negli ultimi anni è calato costantemente. Nel 2015 la concentrazione media annua era di 26 µg/m3 (la centralina di riferimento era ancora al Cason), nel 2016 di 22 µg/m3, nel 2017 di 23 µg/m3, nel 2018 di 21 µg/m3.

«Gli studi e le classifiche sono importanti ma in questo caso danno una fotografia che genera un allarme ingiustificato – spiega l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala –. I dati utilizzati non sono attuali, si basano su rilevamenti vecchi che non corrispondono alla realtà e pertanto sfalsano il risultato dell’algoritmo. Quella concentrazione di Pm 2,5 a Verona risale al 2015, e da allora sono in continuo e netto calo. Certo, molto resta ancora da fare ma molto si sta facendo per migliorare la qualità dell’aria e la riduzione ne è la dimostrazione».

«Negli ultimi anni, grazie anche all’Accordo di Bacino Padano e al tavolo congiunto con le altre città, sono stati fatti numerosi passi in avanti. Condividiamo l’obiettivo della ricerca dell’Università di Utrecht, ossia sottolineare l’importanza di adottare dei valori limite sempre più bassi per ridurre la mortalità da inquinamento, ma per dimostrarlo non servono le esagerazioni».

Il rischio resta alto, secondo l’onorevole Businarolo

«420 morti premature ogni anno in provincia di Verona a causa del Pm 2,5. I nuovi dati sui dati dell’inquinamento dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) tornano a confermare la situazione rischio ambientale e sanitario in cui versano la Pianura padana e tante città e aree del Paese, tra cui Verona, che rimane comunque l’area più colpita del paese e tra le più inquinate dell’Unione Europea e del pianeta». Lo afferma, in una nota, Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle, assieme ai colleghi del gruppo parlamentare.

Francesca Businarolo
Francesca Businarolo

«Guardando il dettaglio provinciali forniti dall’AEA sul Pm 2,5 — prosegue Businarolo — si evince che quasi la metà dei decessi, oltre 24mila, avviene nel bacino padano, questa che potremmo definire quasi una pandemia silenziosa va combattuta con celerità e strumenti adeguati, alla stregua di quella drammatica da coronavirus».

«Verona non fa differenza, e si distingue per essere la settima città in Italia per esposizione a questo rischio, con una percentuale di decessi correlati all’inquinamento atmosferico dell’12,88%, pari a 124,72 morti ogni 100.000 abitanti. Il Movimento 5 stelle e il ministro Costa hanno già messo in campo strumenti e risorse importanti, e non a caso il Recovery plan tra poco all’esame delle Camere pone un’attenzione particolare alla lotta all’inquinamento atmosferico. Durante il confronto parlamentare dovrà essere fatto di tutto per potenziare e accelerare tutte quelle misure e quei progetti territoriali utili a ridurre la pressione dell’inquinamento atmosferico, a far respirare le città e a tutelare la salute dei cittadini».

«A livello nazionale, l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato per il 2018 59.500 decessi legati agli inquinanti atmosferici collegati al Pm 2,5. A questi morti premature si aggiungono 21.600 da NOx, 3.000 da ozono. Questo livello di mortalità, cui si aggiunge la cosiddetta morbilità (ospedalizzazioni e malattie varie) è peggiore rispetto ad altri Paesi confinanti come Francia, Spagna e Germania, in particolare in proporzione alla popolazione e ai decessi totali».

Pm10 e meteo, il punto di Arpav

Le condizioni meteo dell’ultima settimana hanno favorito l’aumento delle Pm10 giorno per giorno e avrebbero fatto scattare, a partire da oggi, il livello di criticità 1 in numerose zone della regione. Sono stati effettivamente raggiunti i 4 superamenti consecutivi del valore limite giornaliero in varie zone del Veneto, soprattutto orientale.

La concentrazione più elevata è stata registrata ieri a Venezia-Parco Bissuola con 100 microgrammi per metro cubo, ma i valori si sono mantenuti ben al di sopra dei 50 in tutte le stazioni della rete, tranne in quelle situate nell’area montana e pedemontana.

Tuttavia, in queste ore si sta verificando un netto cambiamento delle condizioni meteorologiche, per l’arrivo di correnti cicloniche associate ad una bassa pressione di origine atlantica. Questo influirà positivamente anche sulla qualità dell’aria.

La pressione atmosferica è già in calo: oggi, giovedì 21 gennaio, le prime precipitazioni, di modesta intensità, interesseranno soprattutto le zone centro-settentrionali della regione. Venerdì 22 gennaio, il tempo sarà perturbato e le precipitazioni, più consistenti rispetto a giovedì, si estenderanno a tutta la regione; inoltre, dal pomeriggio/sera, sulla pianura, sono previsti rinforzi dei venti dai settori orientali (in prevalenza da nord-est), che favoriranno un buon rimescolamento. Infine, un contenuto calo delle temperature in quota e la presenza di copertura nuvolosa determineranno l’attenuazione dell’inversione termica. Quindi, sia oggi che domani le condizioni meteorologiche saranno favorevoli alla dispersione delle poveri sottili.

Per questi motivi, fino a lunedì compreso, come da disposizioni contenute nell’accordo di Bacino Padano, non vengono attivati i livelli di criticità superiori a quelli in vigore ad oggi, ovvero viene mantenuto il livello di criticità 0 in tutta la regione.

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