Da novembre aperta la caccia sperimentale al cinghiale sul Baldo

Il prelievo sperimentale resta in vigore anche in Lessinia come avviene dal 2010. I periodi di caccia vanno dal 2 novembre 2019 al 30 gennaio 2020 in girata e fino al 30 marzo 2020 in selezione da appostamento.

cinghiale
Foto d'archivio

Dalla prossima stagione faunistico venatoria 2019/2020 si potrà cacciare il cinghiale anche sul Monte Baldo. È questa la principale novità introdotta con un provvedimento approvato dalla Giunta regione del Veneto, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Caccia e Pesca Giuseppe Pan. 

Il numero di capi prelevabili in selezione da appostamento è fissato a 300, distinti per sesso e classe d’età come da indicazioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Il tetto potrà essere superato, su autorizzazione della Provincia, fino ad un massimo di 400 esemplari, fermo restando il rispetto della ripartizione per sesso ed età indicata da ISPRA. I periodi di caccia vanno dal 2 novembre 2019 al 30 gennaio 2020 in girata e fino al 30 marzo 2020 in selezione da appostamento.

Il prelievo sperimentale resta in vigore anche in Lessinia come avviene dal 2010, associato comunque al controllo da svolgersi con l’obiettivo della riduzione dei danni alle attività agricole e all’impatto sull’ecosistema ambientale. Il numero dei soggetti prelevabili sarà complessivamente di 700-800 capi, di cui 150 capi nella forma della selezione, da suddividere a seconda del sesso e classe d’età di appartenenza (50 per cento giovani, 20 per cento maschi adulti, 30 per cento femmine adulte). 

«Si tratta di un prelievo del tutto sostenibile, che ha ottenuto il parere favorevole dell’ISPRA – commenta l’assessore Pan – per contenere il proliferare della specie, visti i problemi causati nel territorio veronese, caratterizzato da spiccata vocazione agricola. Il piano sperimentale di prelievo venatorio si affianca al piano triennale di controllo al fine di riportare la popolazione di cinghiali a livelli sostenibili e compatibili con l’ecosistema, contenendone i danni causati dall’incontrollata proliferazione della specie. Danni che non sono solo rilevanti per colture e agricoltori – sottolinea l’assessore – ma interessano molti habitat ed ambiti ecologici di rilevanza comunitaria».

Come per le passate stagioni venatorie, i soggetti titolati al prelievo sono rappresentati esclusivamente dai cacciatori in possesso della abilitazione alla caccia al cinghiale rilasciata dall’Amministrazione provinciale di Verona, a seguito di apposita formazione e del superamento della relativa prova d’esame. 

I risultati dell’attività di caccia e di prelievo a fini di controllo saranno verificati dalle strutture regionali e provinciali preposte, dai sindaci insieme alla comunità montana. Se il numero degli abbattimenti sarà soddisfacente lungo tutto l’arco dell’anno si potrà valutare di replicarlo anche per il futuro.