Cuore della Valpantena, Grezzana ha una storia curiosa e particolare, a partire dal suo stemma, che unisce tutte le frazioni del paese, alla nascita dell’attesa tramvia nel 1922. A raccontarci questi aneddoti è stato il fondatore di Quartiere Attivo APS, Davide Peccantini.

«Siamo nella Valpantena. Abbiamo una mappa dell’archivio di Stato di Verona, dove vediamo i paesi della vallata. Adesso i paesi si sono allungati e sono più vicini tra loro».

«Nel 2015 in piazza Ederle sono stati trovati i resti di una struttura circolare del periodo romano costruita tra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo ed era un mausoleo alto circa 6 metri. È stato distrutto con l’avvento del Cristianesimo. Da qui poi fu installato il cimitero e, a fianco, la pieve».
«Lo stemma del comune è datato intorno al 1820. Ha quattro simboli: un cane, una torretta, una rosa e una pecora. Al centro abbiamo cinque melograni. Lo stemma centrale con i frutti, rappresenta i paesi allora esistenti: Grezzana, Lugo, Romagnano, Alcenago e Azzago. Sono tutti rappresentati in uno stesso stemma perchè rappresentano l’uguaglianza delle comunità sul territorio. Il melograno è simbolo delle persone riunite in una comunità, mentre la corona sopra i frutti rappresenta l’istituzione comunale».

«Il 7 luglio del 1867 ci fu uno scontro tra i contadini che appoggiavano il regime austriaco e i nuovi sostenitori del Regno d’Italia. La battaglia avvenne fuori dalla chiesa. A fianco alla chiesa c’era anche il mercato del bestiame, che era un momento di ritrovo della comunità».
«Nel dicembre del 1922 venne inaugurata la tramvia e Verona era all’avanguardia per la mobilità sostenibile. Da Porta Vescova si prendeva il “tramway” di 9 chilometri, che passava tutti i paesi della vallata. Il 9 dicembre avvenne questa grande festa, in cui dalla stazione di Porta Vescovo partirono le istituzioni che si fermarono a Poiano, a Quinto dove la banda suonò la marcia reale, e a Grezzana, dove all’arrivo del treno la popolazione scoppiò in un applauso. C’era il sindaco Ederle e il parroco Don Verzini».
