Una nuova targa ricorda il dramma delle foibe e delle migliaia di cittadini istriani, fiumani e dalmati che furono costretti ad abbandonare le proprie terre e le proprie abitazioni al termine della seconda guerra mondiale. A scoprirla, ieri mattina a Santa Lucia, il sindaco Federico Sboarina in occasione delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo.
L’orazione ufficiale della cerimonia è stata tenuta dall’onorevole Roberto Menia, primo firmatario della proposta di legge che istituì la legge per il Giorno del Ricordo.
«Le celebrazioni per il Giorno del Ricordo – ha detto il sindaco Sboarina – hanno l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo e della più complessa vicenda del confine orientale».
«Attraverso questi gesti vogliamo restituire alla memoria nazionale una pagina che era stata completamente cancellata e che ancora oggi qualcuno vorrebbe ridurre o peggio negare. Allo stesso modo, siamo impegnati a favorire il dialogo per permettere a istituzioni, associazioni, scuole e realtà culturali di unirsi nel ricordo di quei terribili avvenimenti. È stata una tragedia che coinvolse tanti nostri connazionali, ma che non ha trovato un giusto e doveroso riconoscimento da parte delle Istituzioni».
La lapide è stata posta su impulso di Nidia Cernecca, presidente dell’Associazione nazionale congiunti deportati italiani in Jugoslavia infoibati, scomparsi e uccisi (Ancdj).
La targa
Al termine delle orazioni, davanti alla targa collocata in piazza Martiri d’Istria, Fiume e Dalmazia, l’assessore Marco Padovani ha deposto una corona d’alloro insieme al presidente della 4ª Circoscrizione Carlo Badalini.
Con questo gesto, come riporta la targa, «La Città di Verona ricorda esilio e sofferenze di coloro che in terra d’Istria, Fiume e Dalmazia furono costretti a lasciare beni e case, divenuti stranieri in patria in forza del trattato di pace di Parigi del 20 febbraio 1947».
L’iscrizione commemora, in particolare, le vittime delle foibe e «di quanti senza loro colpa, se non quella di essere italiani, furono condotti a morte atroce, negata la pietà d’una sepoltura, vittime di odio politico e di rancori alimentati da una guerra ingiusta e crudele».
Alla cerimonia hanno partecipato anche gli onorevoli Diego Zardini e Paolo Borchia, la presidente della 2ª Circoscrizione Elisa Dalle Pezze, la presidente dell’associazione Ancdj Nidia Cernecca, i rappresentanti dei Comuni di Zevio, Desenzano, Manerba del Garda, Ghedi e Vobarno e gli studenti delle medie “Manzoni”.