Ieri Verona ha ricordato il suo Santo patrono, San Zeno, e per l’occasione il sindaco Federico Sboarina si è recato nella basilica per un omaggio simbolico a nome di tutta la comunità. Il sindaco anche l’anno scorso, il 21 maggio, aveva compiuto lo stesso gesto.

Anche se la festività cittadina è stata spostata al 21 maggio, il 12 aprile è la data dedicata al santo protettore di Verona. La città che oggi vuole guardare al futuro, alle prossime riaperture, alla ripresa delle attività economiche e al ritorno ad una vita il più normale possibile.
Ad accogliere il sindaco a San Zeno c’era l’abate monsignor Gianni Ballarini, che lo ha accompagnato nella cripta dove sono custodite le spoglie del Vescovo Moro, simbolo in cui i cittadini si riconoscono.
«E’ passato poco più di un anno dalla mattina del 28 marzo, quando, in pieno lockdown e nei giorni di massimo contagio del virus, venni in questa cripta, insieme con il vescovo e monsignor Ballarini, per invocare la protezione del patrono nel momento più difficile per la comunità veronese – afferma il sindaco -. La guerra non è ancora finita ma siamo a pochi passi dalla vittoria, ci aspettano davvero gli ultimi sforzi, poi potremo davvero riprenderci gradualmente la nostra normalità. Una visita al nostro Santo Patrono nella giornata a lui dedicata rappresenta un gesto simbolico e di rispetto delle nostre tradizioni, un’ancora che ci aiuta anche in questi momenti difficili. Certo di interpretare il sentire di tutta la comunità veronese, credente e non, oggi ho voluto venire nella basilica per il forte legame della città con San Zeno».
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