Fermato un “prestanome” di quasi cento auto

Secondo le indagini, il 52enne di Milano risulta proprietario di 96 veicoli. Sequestrata a Verona una Mazda a lui intestata.

incidente ubriaco
Foto d'archivio

La polizia locale di Verona ha sottoposto a sequestro l’ennesima autovettura intestata a un “prestanome”, risultato proprietario di quasi cento veicoli, senza dichiarare reddito. Grazie all’attività di controllo degli agenti di quartiere in via Carlo Anti, una Mazda familiare è stata rimossa e sequestrata a un 52enne di Milano. L’uomo è ora sotto indagine grazie alle analisi del responsabile dell’Ufficio Intestazione Fittizia della Procura della Repubblica meneghina della sezione di pg dell’Arma Carabinieri. Ancora una volta è stata fondamentale l’applicazione tecnologica “Giano”, in dotazione agli operatori di via del Pontiere che hanno controllato centinaia di veicoli in poche ore.

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Il veicolo è stato posto sotto sequestro perché radiato dal Pubblico Registro Automobilistico. Secondo le indagini, nel capoluogo lombardo, l’uomo assieme ad altri soggetti al momento ignoti, riusciva a ottenere un profitto economico dall’attività di prestanome, una pratica che, di fatto, impedisce di sapere chi sia l’effettivo utilizzatore dei mezzi, poi usati per commettere reati come le truffe agli anziani, i furti in appartamento e i furti di bancomat di notte.

Non a caso, i controlli della polizia locale scaligera, da tempo, sono indirizzati alla lotta contro i “prestanomi di veicoli”, cioè persone fisiche o società che si sono intestate decine o addirittura centinaia di veicoli, spesso usati per commettere gravi reati contro il patrimonio. La Polizia locale scaligera ha già individuato oltre cento veicoli in circolazione in città che, complessivamente, hanno sommato oltre due milioni e 300mila euro di verbali e cartelle esattoriali mai pagate.

Quello dei “prestanome” di veicoli è un fenomeno diffuso in tutta Italia. A livello nazionale sono stati individuati circa 250 mila veicoli intestati fittiziamente a oltre 1.500 soggetti o imprese “prestanome”. Tuttavia, grazie alle nuove tecnologie investigative e alle nuove banche dati, interconnesse a sistemi di videosorveglianza fissi e mobili, il contrasto a questo tipo di truffa riesce ad essere via via più efficace.

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