Che fine ha fatto il traforo delle Torricelle? Verona ne ha bisogno?

Del traforo delle Torricelle, o di un "traforino", negli anni si è discusso molto, ma non si è mai arrivati alla concretezza. Un passante a nord di Verona andrebbe rispolverato oppure ormai è un capitolo chiuso? Ne parliamo con il tema del giorno di oggi di Daily Verona.

Continua la bagarre politica sulla questione del traforo delle Torricelle. Ci mettono una pietra sopra infatti Michele Bertucco, candidato sindaco della sinistra veronese, e Alberto Sperotto del comitato

Il tema del giorno di Daily Verona: Che fine ha fatto il traforo delle Torricelle?

Le grandi opere, pur partendo da necessità più o meno importanti per i territori, hanno sempre gestazioni prolungate e spesso complicate. A Verona – ancor di più negli ultimi decenni con l’aumento dei flussi di traffico – è emersa una grave criticità nella zona del Teatro Romano. Sulla direttrice est-ovest si crea di fronte a ponte Pietra un “imbuto” di auto e mezzi pubblici in una strada stretta e a pochi passi dal cuore del centro storico.

Per passare da Borgo Venezia a Borgo Trento le uniche alternative sono la strada sulle Torricelle o allungare il percorso passando dalla circonvallazione a sud (dove, tra l’altro, in questi mesi ci sono altre criticità legate ai cantieri per l’unificazione dei sottopassaggi).

La soluzione individuata dieci anni fa dalla giunta Tosi era il traforo delle Torricelle, un’opera poi dichiarata «già morta da anni» dal sindaco Federico Sboarina a gennaio 2019.

Il progetto del passante delle torricelle con traforo
Il progetto del passante delle torricelle

Sono infatti già passati quasi cinque anni da quando il Consiglio di Stato depositò la sentenza che, sul progetto del traforo, dava ragione agli uffici tecnici comunali, legittimando la revoca (datata 7 aprile 2017) dell’affidamento del project financing alla Associazione Temporanea di Impresa capeggiata da Technital Spa, visto che l’opera non era più economicamente realizzabile.

Il progetto del Passante nord delle Torricelle prevedeva un tunnel a due canne sotto le colline e un collegamento fino al casello di Verona Nord, con un nuovo ponte sull’Adige. Si trattava di una strada a pedaggio, più simile a un’autostrada che a una strada urbana.

Per questo, negli anni, è emersa anche la proposta alternativa di un “traforino”, a una canna, come strada urbana di collegamento fra Valpantena e Valpolicella, senza passaggio per i mezzi pesanti, ma comunque a pedaggio. Ma sulla fattibilità, considerata la continua evoluzione degli scenari politico-economici, resta un punto di domanda.

Rimane però un’opera – al di là degli aspetti economici e ambientali da valutare – che accarezza i desideri di molti cittadini e politici.

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Chi vorrebbe un traforo

Alberto Bozza, consigliere comunale e regionale di Forza Italia, e già assessore dell’ex sindaco Flavio Tosi, ritiene il traforo «ancora oggi un tema attuale come lo era trent’anni fa, nel senso che alla città serve a chiudere l’anello circolatorio attorno appunto alla città stessa. Noi avevamo fatto una proposta, quel progetto ormai lo conoscete tutti, ma ci furono dei problemi di natura economico-finanziaria in un periodo di crisi. Nel cambio di amministrazione non ci furono coraggio e determinazione per perseguirlo, pur considerando la difficoltà economico-finanziaria e del proponente».

Si rammarica, Bozza, perché «per riprenderlo ora bisogna ripartire quasi da zero, è una grande occasione persa per la città. Oggi però cogliamo tutti gli aspetti negativi della mancanza di questa chiusura dell’anello, le alternative possiamo provare a studiarle finchè vogliamo, ma il traforo delle Torricelle da una parte e il filobus dall’altra erano due infrastrutture importanti».

Michele Abrescia, presidente dell’associazione VeroCentro, che rappresenta gli interessi di un gruppo di cittadini, esercenti e professionisti del centro storico, commenta: «La congestione del traffico che affligge la nostra città ha spinto molti a rivalutare in termini positivi l’idea di un traforo breve, cioè di un traforo cittadino, che serva appunto ad alleggerire il traffico sull’asse est-ovest rispetto alla città». Ovviamente con una dimensione e delle caratteristiche che siano compatibili con il territorio.

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I no al traforo

Già una quindicina di anni fa Alberto Sperotto si era fatto portavoce insieme ad altri cittadini della battaglia contro l’opera attraverso il Comitato contro il traforo delle Torricelle.

«Non è mai andato in porto perché era un’opera non solo inutile e fondamentalmente anacronistica, ma anche stupida» ha dichiarato Sperotto alla trasmissione Squadra che vince, in onda questa sera alle 18 e in replica alle 21 su Radio Adige Tv. «Perché era un’opera che non guardava al futuro, concepita come una struttura autostradale. Attraversava le Torricelle per avere un primo casello prima di Parona, perché sarebbe stata a pagamento, poi il passaggio sull’Adige e sarebbe arrivata a Verona Nord passando in territori molto delicati».

Rifugio Ronda mensa piazza bra via pallone - Alberto Sperotto (5)
Alberto Sperotto

Sperotto criticava, e critica, la visione di città che sarebbe emersa con quest’opera: «Il pagamento di pedaggi, il traffico pesante che sarebbe passato, ma soprattutto avrebbe insistito su territori estremamente delicati, dove delle persone attualmente ci coltivano, ci vivono. Sono quartieri anche densamente popolati con scuole e bambini. Questo, al di là del fatto se serve o non serve, restava da capire qual era l’idea della città del futuro, che in questo caso avrebbe chiaramente ipotecato qualsiasi tipo di investimento su una mobilità diversa, come sta succedendo in tutto il mondo».

E ancora: «Il male originale era la soluzione del project financing, che significa dare un’opera pubblica a un privato, il quale la progetta, la costruisce e da questo ne ha un beneficio, che dovrebbe essere un beneficio per la comunità».

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Il tema del giorno su Radio Adige Tv a “Squadra che vince”

Questa sera alle 18 e in replica 21 su Radio Adige Tv appuntamento con il tema del giorno anche a “Squadra che vince“, il programma condotto dal direttore del Gruppo Verona Network Matteo Scolari.

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