Altri quattro casi in una sola settimana: la febbre West Nile in Veneto continua a mietere vittime. Nuovi decessi rispetto la scorsa settimana. Il totale di contagiati passa da 465 di sette giorni fa, a 469 casi di West Nile registrati e confermati ad oggi secondo il bollettino ufficiale della Regione. Nello specifico, sarebbe 303 i malati di febbre WNF e 166 della forma neuroinvasiva WNND. Inoltre, sono stati segnalati 30 casi di donatori di sangue che, testati prima della donazione, sono risultati positivi alla West Nile. Secondo le stime, il contagio avviene maggiormente tra gli over 80 e il 70% sono maschi. Sono questi i dati contenuti nel nuovo bollettino di Sorveglianza delle Arbovirosi, emesso oggi dalla Direzione regionale Prevenzione.

La febbre West Nile è provocata dal virus West-Nile, trasmesso dalla puntura di zanzare infette all’uomo e agli animali, molto spesso cavalli e uccelli. Le zanzare appartengono al genere Culex (specie C. pipiens), mentre come serbatoio di infezione sono state identificate oltre 70 specie di uccelli, soprattutto passeriformi e corvidi, dove il virus può persistere da alcuni giorni a qualche mese.
La maggior parte delle persone infette non manifesta sintomi (80%). Le forme sintomatiche si manifestano con sintomi simil-influenzali lievi, febbre, cefalea, dolori muscolo-articolari, raramente accompagnati da rash cutaneo (febbre, WNF). Meno dell’1% sviluppa una malattia neuroinvasiva, come meningite, encefalite o paralisi flaccida (malattia neuro-invasiva, WNND). Il rischio di malattia neuroinvasiva aumenta con l’età ed è più elevato fra gli adulti di oltre 60 anni di età .
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