Caporalato, nel mirino azienda di Buttapietra

11 lavoratori su 14 erano occupati in maniera irregolare. Il titolare  dovrà pagare una sanzione di 25 mila euro. 

 

Nel territorio scaligero il blitz è scattato alle prime ore dell’alba del 19 luglio scorso ad opera degli uomini della Squadra Mobile, in sinergia con il Reparto Prevenzione Crimine di Padova e del locale Ispettorato del Lavoro, nei confronti di un’azienda agricola di Buttapietra di proprietà di F.M. dove vengono coltivate zucchine.

L’operazione ha consentito di identificare 14 lavoratori, di cui 11 sono risultati occupati irregolarmente. Pertanto, con il prezioso contributo dell’Ispettorato del lavoro, è stata disposta la sospensione dell’attività lavorativa dell’azienda in attesa della regolarizzazione delle predette posizioni lavorative. Il titolare, a cui è stata comminata una sanzione amministrativa di 25 mila euro per impiego irregolare di lavoratori, è stato altresì deferito all’A.G. per aver occupato alle proprie dipendenze due lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno.

Si tratta di un’operazione molto ampia condotta contro il fenomeno del caporalato in molte regioni d’Italia. La Polizia di Stato ha concluso una ulteriore fase del progetto denominato “ALTO IMPATTO – FREEDOM” , che ha visto impegnate le Squadre Mobili di Agrigento, Forlì – Cesena, Latina, Lecce, Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Verona e Vibo Valentia, coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine. I poliziotti della squadra mobile sono stati coadiuvati dai Reparti Prevenzione Crimine e Gabinetti Regionali di Polizia Scientifica, nonché uffici di altre amministrazioni, come gli Ispettorati Territoriali del Lavoro.
Nel corso dell’operazione è stata accertata l’inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché, in alcuni casi, dell’illecita attività di intermediazione tra la domanda e l’offerta, compiuta dai c.d. “caporali”.

Rispetto alla prima fase del progetto, avvenuta dal 26 al 30 giugno, è stato ampliato il numero delle province (da 6 a 11) e delle regioni monitorate (da 6 a 8). Tra il 17 ed il 22 luglio sono stati svolti servizi di controllo, rilevamento e contrasto, identificando 632 persone (tra datori di lavoro e dipendenti) e controllando 50 aziende.
In provincia di Ragusa sono stati arrestati 3 italiani, responsabili di costrizioni nei confronti di alcuni braccianti retribuiti con 30 euro giornalieri, a fronte di un impiego in turni di circa 12 ore. Altri 9 individui, sempre nel ragusano, sono stati deferiti per il medesimo reato. In provincia di Latina sono stati arrestati 3 ulteriori italiani, sempre per sfruttamento di manodopera: in questo caso i braccianti venivano costretti a vivere all’interno di container metallici in condizioni igieniche precarie. In provincia di Matera sono stati deferiti 3 individui e comminate sanzioni per 14.000 €.Nelle provincie di Agrigento e Verona sono state infine sospese rispettivamente 2 ed 1 attività e sono state comminate contravvenzioni per 69.000 e 25.000 €.
Considerata anche la prima fase, in totale sono state controllate 867 persone e 76 aziende (4 attività sono state sospese); sono state arrestate inoltre 10 persone e ne sono state deferite 24.