La cittadinanza italiana come garanzia per far tornare a casa la giovane italopachistana che risulta essere stata trattenuta in Pakistan, dopo che padre l’ha forzata ad interrompere la gravidanza. Anche il ministro degli Esteri si è interessato alla vicenda.
Interviene sulla vicenda anche la Farnesina che ha chiesto all’ambasciata d’Italia ad Islamabad di verificare con urgenza, con le autorità locali, le notizie relative a Farah, in particolare, chiede di fare luce sull’aborto forzato, sottolineando in una nota che «se così fosse, si tratterebbe di un gravissimo episodio. L’Italia difende con forza e in ogni circostanza il rispetto dei diritti umani e delle libertà e i diritti fondamentali sulla base della parità di uomini e donne». Già in passato il Comune era stato chiamato in causa quando il fidanzato della studentessa denunciato alla polizia che la famiglia impediva a Farah di uscire di casa. La giovane era stata portata in un luogo protetto, prima alla Casa della Giovane, nel settembre dell’anno scorso, dove era rimasta per otto giorni, e poi trasferita in un altro rifugio per l’accoglienza delle donne vittime di violenza.
A gennaio Farah aveva deciso di tornare a casa, dicendo che i rapporti con i famigliari erano più distesi, al punto che aveva accettato di trascorrere un periodo in Pakistan con i parenti in occasione del matrimonio del fratello. A Lahore, dove la famiglia di Farah ha una casa, la giovane sarebbe stata obbligata ad abortire e poi vigilata a vista. Questo è quanto la ragazza ha raccontato via sms al fidanzato veronese, alle compagne di scuola e a qualche insegnante, con la pressante richiesta di liberarla al più presto da quella prigione.
L’assessore Bertacco ha precisato ieri che i genitori hanno sottratti i documenti alla ragazza. Il padre, gestore di un negozio a Veronetta, aveva già subito in passato denunce per violenze in famiglia. Il Comune ha confermato la piena disponibilità ad accogliere la ragazza in qualche casa protetta, nell’eventualità in cui la giovane riuscisse a tornare a Verona.
La vicenda di Farah è arrivata anche in Parlamento con il senatore del Pd D’Arienzo che ha chiesto al ministro degli Esteri «di fare la propria parte affinché sia accertata la verità, sia di conseguenza chiesta la punizione per i responsabili e la ragazza sia riportata al più presto al sicuro a Verona». E parla di «fatto inaudito. Se risulterà vero che la giovane è stata costretta ad abortire nel Paese d’origine dei genitori siamo di fronte a un atto criminale che va punito con la massima severità».