Superbonus in chiaro-scuro, le novità fanno discutere

Cala il sipario sulle cessioni dei crediti, sugli sconti in fattura e il bilancio sul Superbonus fa discutere la politica e le associazioni di categoria.

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Cala il sipario sulle cessioni dei crediti, sugli sconti in fattura e il bilancio sul Superbonus è in chiaro-scuro. Questo il rilievo dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre in seguito alle novità introdotte dal Governo.

«A fronte di 372.303 asseverazioni depositate entro il 31 gennaio scorso, lo Stato, con il cosiddetto 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro» continua l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese. Ricordando che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, l’Ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che, fino ad ora, questa misura abbia interessato solo il 3,1 per cento del totale degli immobili ad uso abitativo. «In altre parole, avendo dato la possibilità ai proprietari di riqualificare queste unità abitative con la detrazione fiscale del 110 per cento, lo Stato si è addossato un costo pari a 71,7 miliardi di euro per migliorare l’efficienza energetica di una quota ridottissima di edifici presenti nel Paese».

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Il decreto legge 11-2023 del 16 febbraio in materia di cessione dei crediti, stabilisce in particolare che le pubbliche amministrazioni non possano acquistare crediti derivanti da bonus edilizi, da utilizzare in compensazione di proprie imposte e contributi previdenziali nei confronti dell’Erario.

Le critiche di Ance

«È già da mesi che lanciamo gridi d’allarme sul problema dei crediti incagliati che mettono a rischi fallimento imprese e crea molti problemi alle famiglie – il commento lapidario della Presidente di Ance nazionale, Federica Brancaccio, che interpreta la reazione delle imprese a fronte delle scelte di Governo. – Il decreto di ieri sera, il più veloce della storia, è l’ennesimo cambio in corsa di regole che blocca il futuro. Sapevamo che andavano riscritte le regole ma questa decisione impedisce alle Regioni a dare un aiuto alle imprese e alle famiglie che non riuscivano a monetizzare i crediti».

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Carlo Trestini ANCE Verona Superbonus
Carlo Trestini, presidente di ANCE Verona

Le fa eco Carlo Trestini, Vicepresidente nazionale Ance e presidente della sezione veronese: «È necessaria un’apertura di dialogo immediata altrimenti il rischio è che scoppi una bomba sociale ed economica. Serve, come invochiamo da tempo, una riforma strutturale e di lungo periodo del settore. L’emergenza è non far fallire le imprese, sono circa 20mila a rischio, un 7% circa in Veneto. Questo potrebbe significare disoccupazione e lavori lasciati a metà. Un boomerang sui privati, sui condomini, ma fondamentalmente ad essere minata è la fiducia tra il cittadino e lo Stato».

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Confartigianato: «Increduli»

«Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati, invece, non solo non si prospetta alcuna risposta al problema, ma il Governo blocca, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti». Così il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Roberto Iraci Sareri, commenta il decreto legge sulla cessione dei crediti approvato oggi dal Governo.

«Secondo Confartigianato – continua Iraci Sareri – il blocco previsto nel decreto legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere».

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Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona
Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona

«Anche il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici rappresenta un altro incomprensibile ostacolo. Apprezzabile, invece l’intervento per limitare la responsabilità in solido dei cessionari anche se non risolutiva e fuori tempo massimo».

Unioncamere del Veneto: «Necessario un ripensamento»

«Le Amministrazioni locali, Regioni, Province e Comuni, comprese le Camere di Commercio» afferma il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza, commentando la recente manovra del Governo Meloni «sull’esempio di quanto fatto dalla Provincia di Treviso e altri enti locali a livello nazionale, stavano valutando questa soluzione».

«L’intervento degli Enti locali avrebbe garantito liquidità alle imprese del territorio, alleggerendo allo stesso tempo l’impegno delle banche e consentendo a queste ultime di programmare nuovi investimenti a favore del tessuto imprenditoriale locale. Lo stop imposto dal Governo ha invece congelato sul nascere questa ipotesi, con una misura drastica, che rischia di mettere seriamente in difficoltà famiglie e imprese. Soprattutto perché arriva senza aver individuato soluzioni, lasciando nella totale incertezza tanto i cittadini che avevano investito in ristrutturazioni, quanto le aziende del comparto edilizio» aggiunge Pozza.

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Cgia: «Non va “bocciato”»

«Sia chiaro: il Superbonus non va “bocciato”» dice l’Ufficio Studi della Cgia «perché ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell’edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante. Tuttavia, questa misura ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che sono stati “efficientati”. Ora, dopo la cancellazione degli sconti in fattura e delle cessioni del credito, il proprietario di un immobile residenziale potrà beneficiare della detrazione del 90 per cento (e non più del 110), compensando lo sconto solo in sede di dichiarazione dei redditi. È evidente che l’appetibilità dello strumento è destinata a scemare. Tuttavia, la cosa più preoccupante è che con il decreto del governo approvato l’altro ieri non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili. Una situazione che nel giro di qualche mese rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni.

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