Mef, proroga del Superbonus e decreto per esponenti aziendali

Il Mef riporta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo regolamento su requisiti e criteri di idoneità per gli esponenti di banche e intermediari finanziari e informa sul «forte impegno» sulla proroga 6+6 del Superbonus.

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Minister of Economy Roberto Gualtieri wearing a face mask listens to Italian Prime Minister Conte delivering a speech at the Chamber of Deputies on the upcoming European Council meeting, Rome, Italy, 09 December 2020. EPA/RICCARDO ANTIMIANI

C’è «un forte impegno» sulla proroga del Superbonus, e si sta lavorando a una proroga di sei più sei mesi, fino al primo gennaio 2023, con gli ultimi sei mesi per consentire il completamento dei lavori, si precisa in ambienti Mef, nei quali si fa notare anche che proroghe ulteriori non sono allo stato possibili perché richiederebbero altri dieci miliardi per un anno ulteriore, da reperire o con tagli al bilancio o a scapito di altri capitoli del Recovery Fund, sui quali come è evidente non è possibile prendere decisioni prima di aver definito l’allocazione complessiva delle risorse.

È stato inoltre pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento su requisiti e criteri di idoneità per gli esponenti di banche e intermediari finanziari, secondo le comunicazioni del Mef. Si tratta di «un importante tassello nel rafforzamento degli enti finanziari, attraverso una rigorosa selezione dei soggetti incaricati della loro guida», puntando a «rafforzare in modo significativo gli standard di idoneità» da un lato «elevando i requisiti già previsti dalla regolamentazione vigente, in secondo luogo introducendo ulteriori profili che rendono la nuova normativa più stringente».

«Con il decreto sui requisiti degli esponenti aziendali introduciamo una profonda riforma della disciplina, volta a rafforzare le modalità di selezione dei manager delle banche e degli intermediari finanziari. Requisiti e criteri di selezione più stringenti per valorizzare ulteriormente la competenza, la trasparenza e l’indipendenza di giudizio». Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. (Ansa)