Il bel tempo e il clima mite, merce rara di questi tempi, hanno baciato domenica scorsa la 29^ Festa del formaggio Monte Veronese di Erbezzo. Una giornata caratterizzata da molte attività e dall’assegnazione importante di quattro premi conferiti quest’anno a quattro differenti produttori di Monte Veronese.
Il primo premio per la categoria Monte Veronese Latte Intero, è andato al Caseificio Gugole Dario di San Giovanni Ilarione; il primo premio per la categoria Monte Veronese Mezzano al Caseificio Giulia di Lavarini Giuseppe, di S. Anna d’Alfaedo; il primo premio per la categoria Monte Veronese Vecchio, al Caseificio Gardoni di Gardoni Claudio, di Roverè Veronese; infine il primo premio per la categoria Monte Veronese di Malga, al Caseificio La Casara di Roncolato Romano di Roncà.
La giuria, presieduta da Alberto Marangon di Veneto Agricoltura, che ha esaminato le 21 forme di formaggio arrivate per la gara, ha segnalato che tutte le forme avevano gli standard estetici e le geometrie previste dal disciplinare di produzione, segnale del mantenimento dell’igiene dei formaggi e dei locali di stagionatura. Ha colpito molto la categoria “Monte Veronese vecchio”, di almeno un anno di stagionatura e quella del malga (tutte della stagione di alpeggio 2017) che si sono contraddistinte per ottimi profumi legati all’alpeggio, al sapore e alla struttura davvero notevoli, raggiungendo punteggi altissimi oltre i 90 centesimi fino a 100 centesimi, la perfezione.
Per la categoria a latte intero, ovvero di circa 30-40 giorni di stagionatura si evidenzia una certa diversità tra loro, tutto questo trova causa nell’andamento climatico caratterizzato da sbalzi termici e forti umidità che hanno influenzano pascolo e alimentazione delle bovine. Questa è dimostrazione di come questo formaggio sia legato indissolubilmente al territorio e al pascolo. Erano presenti come giudici anche esperti del Consorzio tutela formaggio Monte Veronese Dop e di Onaf, Organizzazione Assaggiatori di Formaggio.
[pantheon_gallery id=”87374″][/pantheon_gallery]
La tradizionale festa, che si appresta a festeggiare il trentesimo anno, ha attirato numerosi visitatori e appassionati di formaggio che hanno visitato con curiosità le caratteristiche casette in legno che ospitavano i caseifici del Monte Veronese. Pro Loco e gruppo Alpini hanno garantito al Palalinte i caratteristici gnocchi di malga e altri piatti della tradizione montanara. Il Consorzio di tutela del formaggio Monte Veronese ha proposto le consuete attività didattiche per bimbi e adulti, che sono state come al solito seguitissime, oltre alle degustazioni guidate per conoscere meglio il Monte Veronese dop. La festa si è aperta con la sfilata guidata dalla banda di Grezzana fin sui gradini del municipio dove è avvenuta la consegna dei premi ai vincitori del concorso e l’onorificenza di “Capocasaro” che quest’anno è stata conferita ai signori Giovanni Albi e Ruggiero Morandini, storici titolari dei rispettivi caseifici che si sono distinti in questi anni per aver mantenuto intatte le tradizioni e la lavorazione artigianale di questo formaggio che si fregia della denominazione di origine controllata. Li ha presentati il sindaco Lucio Campedelli, affiancato da molti colleghi dell’altipiano e dal neo presidente del consorzio di tutela Alfonso Albi.
Alla festa hanno partecipato i bambini della scuola primaria nei tipici costumi di “segaori e rastreline”, le corali della tradizione contadina e per la seconda volta l`associazione Amici del Bovaro del Bernese Nord-Est con i caratteristici cani da custodia, difesa e lavoro, ciascuno al traino di un carrettino per il trasporto del latte e dei formaggi allestito a festa. Nel pomeriggio i casari del consorzio hanno realizzato una forma di Monte Veronese partendo da 100 litri di latte proveniente dal Erbezzo, che ha attratto l’attenzione di un numeroso pubblico.
«Ci apprestiamo a festeggiare la trentesima edizione il prossimo anno – afferma Alfonso Albi presidente del Consorzio di tutela – stiamo già pensando a cosa fare per arricchire e coronare questo ambizioso traguardo raggiunto anche grazie alla collaborazione della comunità di Erbezzo e dai loro amministratori, di tutti i nostri caseifici e al numeroso pubblico che ci ha seguito in questi anni, e intanto continueremo con i nostri progetti, da mappatura degli alpeggi, alla partecipazione alle fiere anche internazionali come il Cheese di Bra, per legare sempre di più il nostro MonteVeronese agli alpeggi e al nostro territorio».
CAPOCASARO
Giovanni Albi si fregia di essere stato tra gli storici fondatori del Consorzio di tutela del formaggio Monte Veronese Dop e uno degli ideatori della Festa del formaggio di Erbezzo. E’ della classe del 47’, il formaggio lo sa fare, ma ha sempre preferito occuparsi della promozione e della vendita. Ha iniziato la sua carriera come allevatore di razza Bruna ereditando questa attività dal nonno e dal padre Alfonso, poi negli anni ottanta fonda il suo caseificio, attualmente operativo in località Viaverde a Velo Veronese. Ma da allora il suo progetto si è espanso notevolmente anche grazie alla collaborazione dei suoi figli Alfonso, attuale presidente del Consorzio e Francesco, che lo affiancano già da qualche anno. Nel 2007 aprono in uno splendido e antico edificio la locanda Viaverde, che prevede ristorante, stanze e il punto vendita. Ma non finisce qui. Da qualche anno hanno avviato una linea di prodotti caseari biologici e anche il Monte Veronese, proprio per valorizzare il buon latte della Lessinia.
Ruggero Morandini ha 71 anni e fa il casaro da quando ne aveva 7. Un vero record. Ha imparato dal nonno Giuseppe, quando vivevano con tutta la famiglia nella corte Staffor, gli portava la legna per scaldare le caldere del latte, guardava e imparava a fare quello che all’epoca era si il Monte Veronese, ma non aveva ancora questo nome. Poi si faceva fare il burro con la zangola, strumenti di legno che ora non si usano più. All’epoca avevano il bestiame di proprietà e quindi d’estate si trasferivano in malga Valbella, vicino passo Fittanze, per la stagione degli alpeggi. Nel 68’ si spostano nella graziosa Località Dosso, dove svolgono ancora oggi questa attività, e da qui inizia la storia più recente con la costruzione dell’attuale caseificio. Nel 78’ affiancano al Monte Veronese anche la produzione di Grana Padano. Oggi Ruggero, con l’aiuto insostituibile dalla moglie Rita, continua a produrre Monte Veronese a mano con metodi tradizionali, assieme ai i suoi giovani figli Walter e Diego. Ruggero ha il vanto di essere stato, con il padre, uno degli storici fondatori del Consorzio di tutela del Monte Veronese.