Promozione, qualità, sostenibilità e sicurezza alimentare sono gli imperativi che da oltre 90 anni animano il Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella, leader nel settore vitivinicolo per la salvaguardia della denominazione.
Una realtà associativa che comprende viticoltori, vinificatori e imbottigliatori guidata da Christian Marchesini: «Sono presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella dal luglio 2020 grazie a un’importante esperienza acquisita sul campo in seno a quattro mandati nel consiglio di amministrazione. Sei anni da presidente poi tre di pausa dal Consorzio e, infine, sono tornato da luglio 2020 con un rinnovato mandato da presidente».
Quali sono le finalità del Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella?
«Rappresentiamo oltre 2200 produttori per un totale di 8800 ettari dislocati nei 19 Comuni della zona pedecollinare sopra la città di Verona. Produciamo circa 60milioni di bottiglie dei nostri vini di qualità conosciuti in tutto il mondo: Valpolicella, Valpolicella Superiore e Ripasso, l’Amarone e il Recioto».
«Fondato nel 1924 e riformato nel 1968, il Consorzio ha come finalità quelle di tutela delle denominazioni e di vigilanza sul mercato per scongiurare frodi: vengono spesi oltre 200mila euro all’anno per la difesa e la protezione dei marchi nei numerosi Paesi del mondo in cui esportiamo le nostre eccellenze. Inoltre, il Consorzio si impegna nell’attività di promozione con eventi nel nord Europa e in America. Di recente, abbiamo iniziato a muovere i primi passi nel mercato asiatico dal quale stiamo avendo un buon feedback, soprattutto da Cina, Corea e Giappone».
Con quali strategie avete affrontato il 2020?
«Il 2020 è stato un anno poco impattante dal punto di vista delle vendite perché si è concluso con un bilancio simile a quello del 2019. Abbiamo subito una grossa perdita con la chiusura del canale distributivo dell’Ho.Re.Ca tuttavia, è stato registrato un picco importante grazie alla grande distribuzione. Sicuramente i valori si sono ridotti e si è verificato un decremento della diversità di offerta perché, su 329 aziende appartenenti al Consorzio che imbottigliano, poche riesco ad arrivare alla grande distribuzione. Piccole e medie aziende si sono trovate in seria difficoltà».
«Inoltre, causa Covid, durante lo scorso anno abbiamo ridotto le iniziative promozionali ma il Consorzio ha reagito con delle azioni positive avviate già a inizio 2021. Per questioni pandemiche è stato cancellato il nostro evento principe, l’anteprima dell’Amarone, declinato in una veste rinnovata esclusivamente online: “Valpolicella Annual Conference”. La prima presentazione totalmente digitale realizzata da un Consorzio attraverso la promozione di tre vini (Valpolicella, Valpolicella Ripasso e Amarone) con collegamenti da 26 diverse nazioni e oltre 100 stakeholder. Sono stati spediti circa 1200 campioni per il tasting in ogni parte del mondo. Un grande successo che ci ha permesso di tessere una rete di 7800 contatti in due giorni totalmente live e digitali».
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
«Il Consorzio continuerà a impegnarsi in un progetto sostenibile scandito da quelle che chiamiamo le tre R: risparmia, riduci e rispetta. Un impegno concreto che si traduce in azioni fattive che promuoviamo da quasi dieci anni. Proseguirà anche il nostro supporto al sistema distributivo dell’ Ho.Re.Ca con delle iniziative specifiche a partire dai mesi di maggior e giungo in ottica di ripresa post covid. Filo conduttore della nostra attività rimane la promozione dell’enoturismo: crediamo sia l’elemento principale per valorizzare il territorio e le sue eccellenze. Quello della Valpolicella è il più grande vigneto urbano perché il comune di Verona rappresenta il 15% della superficie coltivata a vite e da Piazza Bra si può prendere l’autobus arrivando direttamente a visitare vigneti e cantine».
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