Con l’apertura della crisi di Governo, iniziata ieri sera con le dimissioni delle due ministre di Italia Viva, si sta cercando di capire quali saranno i prossimi passi da affrontare per ristabilire un equilibrio nell’esecutivo, che in queste ore è stato scosso da un forte terremoto. Il centrodestra chiede elezioni anticipate, mentre il Pd e il M5S conferma la propria fedeltà al premier Conte. A farci un commento della situazione è stato il senatore leghista, Paolo Tosato.
«Io credo che non si tratti di una crisi di natura politica, sui temi da portare avanti, ma piuttosto una sfida a poker tra Conte e Renzi, che sono venuti a questo scontro per motivi personali. – ha detto Tosato – Io spero che la crisi si chiuda rapidamente: o si forma rapidamente un governo o si va alle elezioni rapidamente. Siamo in una fase delicatissima dal punto di vista sanitario, ma ci permette comunque di poter arrivare al voto in primavera in tranquillità».
Sulle elezioni anticipate: «La nostra richiesta è questa. Sappiamo che non è la strada più probabile in questo momento e qualora le forze che hanno determinato la crisi hanno la voglia di ricompattarsi devono farlo in fretta. Devono dire chiaramente se sono in grado di andare avanti o se sono al capolinea oppure se è necessario ricorrere al voto dei cittadini. Sono gli elettori che scelgono. È vero che abbiamo un sistema elettorale che non determina necessaria una maggioranza, ma è vero che i sondaggi dimostrerebbero che in questo momento c’è voglia di cambiare e il centrodestra è unito in questa e potrebbe avere i numeri per governare autonomamente».
«Conte si è dimostrato molto abile e ambizioso e credo proseguirà con un proprio percorso politico formando un proprio soggetto a rimorchio o a traino del M5S. Saranno gli elettori a decidere se è stato all’altezza della situazione. – ha concluso Tosato – A nostro avviso, purtroppo, non lo è stato, soprattutto nella gestione dei ristori alle imprese. C’è troppa sofferenza nel Paese e l’incertezza delle misure di questi mesi, secondo me dimostra che il governo non è stato all’altezza della gestione dell’emergenza».