È questo il motivo per cui No al filobus Verona, Comitato Stadio, Comitato Fronda Verde, Lipu Birdlife Italia, Italia Nostra, Comitato Avatar degli Alberi, Associazione Qua la zampa e Genitori Tosti si sono riuniti e hanno presentato alle autorità del territorio le loro considerazioni in merito alle conseguenze che la filovia avrebbe, per loro, sull’ambiente, sulle infrastrutture e sulla vita quotidiana dei cittadini.
«Noi rivendichiamo il diritto di tutte le persone con disabilità, di qualsiasi tipo – ha specificato Alessandra Corradi, di Genitori Tosti – che l’opera sia accessibile, sia per quello che riguarda il mezzo di trasporto ma anche per la città stessa, perché vanno eliminate tutte le barriere al fine di consentire a tutti di arrivare facilmente al filobus quando si ferma. Abbiamo quindi chiesto al Comune e alla azienda che se ne sta occupando che si incontrino con i tecnici perché, per realizzare tutto questo, dovrebbe esserci un progetto a monte da integrare con il “Peba”, il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, ma non è stato fatto. Un ulteriore problema riguarda proprio il Peba, perché è stato fatto solo per il centro storico e non per l’intera città».
«Siamo in fase di studio della documentazione avuta da poco sul progetto del filobus – ha detto Caterina Danzi, di Avatar degli alberi – quindi stiamo valutando sia l’esenzione della “valutazione di impatto ambientale, sia gli effetti sulla viabilità e sul paesaggio. Inoltre abbiamo ottenuto la pubblicazione del progetto sul sito di AMT, in modo che i cittadini possano visionarlo».
Marco Bonazzi, del Comitato No Filobus ha concluso sottolineando che «i lavori per il filobus sono iniziati all’improvviso, quando avrebbero dovuto, almeno la prima volta in via Marmolada e in via Dolomiti, farne comunicazione con venti giorni di anticipo, per legge. Non stanno adattando il filobus alla città, ma la città al filobus».