Il 16 maggio 2013 alle ore 20.30 il torrente Squaranto esondava in varie località (Pigozzo, Mizzole, Montorio), il fiume Fibbio, naturale sbocco del torrente, esondava a sua volta in località Ferrazze e nel paese di San Martino B.A.
A 6 mesi dall’evento i cittadini vogliono sapere lo stato dei lavori e i programmi futuri per mettere in sicurezza i centri abitati. Per questo è stato organizzato dal Comitato Fossi Montorio pubblico che si terrà venerdì 6 dicembre 2013 alle ore 20.45 presso la sala polifunzionale della Circoscrizione 8^ del Comune di Verona sita in Piazza Penne Nere 2 a Montorio.
Pubblichiamo il comunicato pervenuto in redazione e firmato daFerdinando Maggia, residente a Mizzole; Franco Piccirelli, residente alle Ferrazze; Claudio Ferrari del Comitato Fossi Montorio; Lorenzo Albi Legambiente Verona
<italic>La pericolosità del Torrente Squaranto è stata più volte segnalata e anche di recente (2010) rilevata dall’ Autorità di Bacino del fiume Adige nel Progetto di 2^ variante Aree di pericolosità idraulica per il torrente Squaranto – fanno sapere gli organizzatori – ma non compare nel "Piano delle azioni e degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico" predisposto all’indomani dell’alluvione del 2010 e in nessun documento più recente".
Per come vanno le procedure amministrative laddove non c’è la pericolosità inserita nei documenti, il rischio, almeno per la regione, non esiste, e quindi niente finanziamenti e nessuna opera in programma e per quanto si è potuto constatare vi sono difficoltà anche per la manutenzione ordinaria.
I fatti, però, dimostrano proprio il contrario e il rischio è reale e grave poichè il “progno” Squaranto è lungo circa 30 km. e riceve migliaia di rivoli dal Valon del Malera fino a Montorio dove poi sfocia nel Fibbio facendone aumentare considerevolmente la portata d’acqua.
I cittadini delle frazioni supportati dal Comitato Fossi di Montorio e Legambiente Verona hanno raccolto oltre 1000 firme, nei prossimi giorni verranno consegnate, per chiedere ai sindaci di Verona e di San Martino B. A., nella loro veste di autorità preposte alla sicurezza dei cittadini di adoperarsi affinché si riconosca il rischio e si stanzino come previsto dall’Autorità di Bacino circa 2,3 milioni di euro per un bacino di laminazione a monte di Montorio che ridurebbe la portata del corso d’acqua evitando, anche perché per lunghi tratti scorre pensile, di allagare i centri abitati compresi Ferrazze e San Martino B.A.
E’ anche necessaria una costante e attenta manutenzione che richiede il coordinamento delle attività poiché effettuata da due autorità: il Consorzio Alta Pianura Veneta per la parte a valle e i Servizi Forestali per quella a monte di Pigozzo.
E’, inoltre necessaria una revisione del piano predisposto dalla Protezione Civile di Verona per dare informazioni e comportamenti da tenere dalla cittadinanza nella zona a rischio esondazione essendo presenti molte strutture sensibili asili, scuole elementari e medie.
Per queste ragioni si è convocata un’assemblea alla quale sono state invitate ben 15 autorità (si veda la lettera d’invito) a vario titolo competenti su questo genere di rischio per assumere impegni precisi e rassicurare la popolazione.</italic>
La Redazione