“Carmen”: moderna vittima della prepotenza maschile

Dopo l’ultima produzione in Arena della Carmen di Franco Zeffirelli datata 1995, il capolavoro di Bizet torna all’anfiteatro scaligero per aprire il 96° Opera Festival venerdì 22 giugno. L’opera, firmata dal regista argentino Hugo de Ana attualizzerà Carmen ambientando la vicenda negli anni ’30 e denunciando il più famoso femminicidio della storia. In platea sarà inoltre posato un mazzo di 31 rose rosse per ricordare le 31 donne uccise dai propri compagni dall’inizio dell’anno.

La Carmen che andrà in scena venerdì 22 giugno, e che aprirà il 96° Opera Festival dell’Arena veronese, non sarà la classica edizione di Bizet. Presentata ieri sera in conferenza stampa, la nuova produzione firmata dal regista, scenografo e costumista argentino Hugo de Ana sarà una rilettura inedita della Carmen, ambientata in un’epoca più recente: gli anni trenta del Novecento.

Distaccandosi dalle rappresentazioni classiche di questo capolavoro, de Ana racconta in modo attuale la prepotenza maschile che sfocia nella violenza contro la donna e la passività quasi ostile di una società che considera Carmen diversa poichè zingara.

“La vicenda di Carmen rappresenta il più famoso femminicidio della storia. – ha spiegato il Sovrintendente di Fondazione Arena, Cecilia Gasdia – L’Arena e l’opera sono parte della società moderna e per questo, in punta di piedi e con rispetto, abbiamo pensato di ricordare e denunciare questo grave fenomeno in occasione della prima rappresentazione: sono già tragicamente arrivate a 31 le donne uccise dai propri compagni nel solo 2018. Per questo motivo venerdì 22 lasceremo vuoto un posto in platea e su di esso poseremo un mazzo di 31 rose rosse” ha concluso Gasdia.

La serata segnerà anche l’esordio in Arena per il direttore Francesco Ivan Ciampa, Anna Goryachova nel ruolo di Carmen e Bian Jadge come Don Josè.