Lezioni di volo. La Virtus Verona di Gigi Fresco è un progetto di grande squadra che, grazie alla dedizione e al duro lavoro, sta pian piano diventando realtà. Se tre indizi fanno una prova, quattro iniziano a comporre una certezza inconfutabile: nelle ultime quattro gare infatti la compagine borgo veneziana ha preso finalmente in mano il proprio destino, centrando tre vittorie ed una sconfitta – con l’onore delle armi – nel derby col Vicenza.
Il 3-1 imposto domenica alla Vis Pesaro è lo specchio di una Virtus solida, quadrata, più forte delle numerosissime assenze che stanno ultimamente gravando sull’organico. Su tutte la più pesante è indubbiamente quella del regista Di Paola, uscito anzitempo dalla gara col Rimini e costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico a causa di una lesione al legamento crociato del ginocchio. Fresco contro la formazione marchigiana ha dovuto però fare a meno anche di Manfrin per squalifica, di Marcandella (distorsione alla caviglia per lui), di Vannucci, nonché dei lungodegenti Merci e Lupoli, oltre al portiere Sheikh.
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Un limite, quello legato alle defezioni, che il «Ferguson veronese» è però riuscito a trasformare in risorsa, trovando soprattutto nella classe di «Mimmo» Danti un propulsore per le ambizioni a lungo termine. Già perché dopo un periodo di tenebre, per il sodalizio veronese anche in chiave classifica è finalmente tornato a splendere il sole: al momento la Virtus stanzia nel cuore della graduatoria, distante ben otto lunghezze dal fuoco della retrocessione diretta.
Il prossimo weekend in quest’ottica rappresenta la prova del nove: in quel di San Benedetto del Tronto, Cazzola e compagni possono iniziare a volare verso la parte più nobile del raggruppamento. La Sambenedettese, terza, è una «big» del torneo, ma questa Virtus ha dimostrato di potersela giocare a viso aperto con qualsiasi tipo di avversario. La Lega Pro è avvisata.