«I ricordi più belli ci accarezzano, ma quelli che ci segnano di più sono gli altri… quelli che ci danno la netta sensazione, quasi corporea, di che fatica abbiamo fatto per arrivare fino a lì».
La carriera calcistica di bomber Luca Scarabello può essere sinteticamente riassunta in questa frase dell’imperituro «Vecio» Enzo Bearzot. Il bomber classe 1985 la scorsa domenica ha fissato un nuovo confine della sua strabiliante carriera sportiva: con il gol all’Audace, lo «Scara» ha gonfiato per la duecentocinquantesima volta la porta avversaria.
Un numero tondo, che rende ancora più grande il nome di uno dei finalizzatori più mortiferi del recente dilettantismo nostrano, un record che per l’attaccante della Pro Sambo rappresenta una tappa e non certamente un punto di arrivo. Le sue parole fortificano questa convinzione.
«È stata una grande soddisfazione – spiega Scarabello – ammetto che però sia stata una sorpresa, in quanto non ci stavo assolutamente pensando: ero concentrato unicamente sulla partita, poi, segnato il gol, ho visto i miei compagni in panchina con la maglietta celebrativa e lì ho realizzato il tutto con molto piacere.
Come mi sto trovando a San Bonifacio? Personalmente bene, ci stiamo riprendendo dopo un avvio al rilento che ha portato anche al cambio della guida tecnica. Eravamo in quattordici giocatori nuovi, quindi penso che un periodo di rodaggio fosse indispensabile».
Numerose sono le piazze della Provincia che Luca è riuscito negli anni ad esaltare, portandole spesso e volentieri a festeggiare un salto di categoria: recentemente ricordiamo le promozioni con San Giovanni, Mozzecane, nonché l’ultima in ordine di tempo ai play-off col «Conca».
«Nel calcio è la passione a muovere tutto – analizza l’attaccante – i risultati li consegui solo attraverso il sudore ed il sacrificio, per questo penso che il “pallone” sia una metafora della vita. Nessuno ti regala niente a questo mondo: devi dedicarti anima e corpo a quello che fai, solo così puoi pensare di raggiungere un qualcosa di importante».
Il gol più importante per un centravanti? Senz’ombra di dubbio il “prossimo”. «È una grande verità – conclude – è la fame il vero motore che spinge una punta a non sentirsi mai appagata. La “mentalità” è la risorsa più importante che un calciatore possa avere».