I Redskins Verona sono i Campioni Italiani in carica del campionato di Terza Divisione. I «Pellerossa» sono già al lavoro per programmare una stagione colma di sfide ed emozioni: guidati dalle parole di Moreno Fabbrica, Presidente del movimento, abbiamo fatto un tuffo nel football americano, tra passato e futuro della società scaligera.
Inizio questa intervista con una data: 5 luglio 2019… continua Lei?
Una data storica, effettivamente. Dopo tanti anni di assenza i Redskins hanno vinto un campionato del CIF9 e questa è stata una grossa soddisfazione perché erano tre stagioni che stavamo avvicinando l’obiettivo. Tra l’altro è stato un traguardo tagliato in maniera assolutamente importante, considerato che non abbiamo mai perso una partita durante tutto il nostro percorso. Per noi è stata una «Perfect Season» completa: meglio di così non poteva andare.
Un escalation totale, culminata con una sfida contro Napoli che vi ha visto partire con lo sfavore dei pronostici, ma che, alla fine, vi ha visto alzare la Coppa allo stadio Breda…
Premetto che anche loro arrivavano con dieci vittorie alle spalle – noi ne avevamo conquistate nove – però noi ci presentavamo all’appuntamento con una serie di infortuni importanti. Penso a Frederick Steinhauser in difesa o a Enrico Di Franco nella linea d’attacco, persone che hanno un peso specifico nevralgico nella strategia di squadra. Abbiamo dovuto rivoluzionare all’ultimo momento alcune dinamiche, ma col senno di poi è ancora più bello vincere soffrendo.
Mi piace particolarmente il vostro mantra: «We have a soul». Le chiedo: «Di cosa è fatto questo spirito?».
Mai slogan fu più indovinato di questo per quanto ci riguarda. Abbiamo un’anima che anche nei momenti difficili ci ha sempre fatto risorgere. In passato abbiamo disputato delle stagioni complicatissime nelle quali l’umore era quello di aver perso ancor prima di essere entrati in campo. Ci stava andando male tutto, avevamo una situazione particolare a livello societario, ma ci siamo rialzati. Siamo come l’Araba Fenice: continuiamo a rigenerarci dalle nostre ceneri. L’anima che sorregge la nostra squadra è quella che ognuno dei ragazzi mette in campo per stare vicino al compagno, per stare vicino alla squadra con senso di appartenenza. Ciò che fa la differenza è il sapere che tu conti esattamente come quello che hai vicino: ognuno di noi ha un ruolo ben specifico e tutti insieme formiamo quello spirito di cui parla il nostro motto.