Sport e running: «Dopo un inizio forzato, in molti continuano a correre»

Andrea Portaluppi è amministratore del negozio Verona Runner. Già a marzo ha iniziato a produrre mascherine sportive per i rider: oggi ci racconta di un aumento esponenziale di corridori in città.

Tra l’anno scorso e questi primi mesi del 2021 è sempre più difficile mantenere in equilibrio lavoro, vita privata e benessere psico-fisico. Le palestre e i centri fitness sono ancora chiusi e, con la maggior parte degli attività sportive ancora ferme, in tantissimi si sono orientati al running per proseguire l’attività fisica.

Andrea Portaluppi, amministratore di Verona Runner e responsabile Running, ci ha raccontato questa nuova tendenza sportiva, che per molti è stata inizialmente una scelta forzata ma che si è poi rivelata un’abitudine da proseguire.

Cos’è Verona Runner e che servizi offre?

«Verona Runner nasce nel 1991, dall’intuizione di due fratelli che avevano capito che a Verona c’era la necessità di avere un negozio specializzato nel running. Negli anni ci siamo consolidati ed oggi siamo un bel punto di riferimento per i runners veronesi. Inoltre, da sempre offriamo ai clienti un servizio di analisi dell’appoggio del piede: ad ogni cliente che viene da noi per una scarpa viene fatta quest’analisi per capire che prodotto specifico proporre».

Come siete riusciti a reinventarvi durante i periodi di chiusura?

«Abbiamo dovuto chiudere come tutti gli altri il 9 marzo dello scorso anno. Avendo un’azienda che produce abbigliamento sportivo, Joker Sport, abbiamo messo subito in produzione una nostra mascherina. Il decreto di allora autorizzava infatti a produrre mascherine ad uso personale. Abbiamo potuto produrle da subito perché era un prodotto che avevamo già in catalogo; abbiamo cominciato a venderla già a marzo dell’anno scorso. Siamo stati i primi in Italia, la notizia è stata ripresa anche dalla Gazzetta dello Sport».

«Le richieste sono state tante fin da subito. Abbiamo affrontato così quel periodo: con il negozio chiuso, sabbiamo dato continuità con la vendita online e con la produzione di mascherine».

Avete percepito un aumento di persone che si dedicano al running in mancanza di attività sportive consentite?

«C’è stato oggettivamente un aumento. È stato un aumento esponenziale, considerato quel che avevamo perso l’anno scorso. Dopo i primi mesi di lockdown, alla riapertura di maggio 2020 oltre alla nostra clientela storica sono arrivate tante nuove persone. Parlo sia di sportivi che non potevano più praticare il loro sport, sia di neofiti che sono partiti da zero».

«Il dato interessante è che tanti sono già tornati a prendere una seconda scarpa: questo significa che proseguiranno nell’attività che magari inizialmente hanno intrapreso in modo forzato. Non ho problemi a dire che tante persone inizialmente sono venute in negozio controvoglia: giocatori di calcetto, di basket, che si sono trovati costretti a dedicarsi al running per proseguire l’attività fisica. Alcuni di loro però ora vanno a correre anche tre volte a settimana».

Che consigli può dare a chi vuole intraprendere ora un percorso di attività motoria?

«Consigliamo innanzitutto di fare un’attività moderata, coerente con la storia individuale di ognuno. Non si può iniziare correndo 20 km, perché il rischio è di farsi male. Ci si può approcciare alla corsa anche solo facendo camminata sportiva: le scarpe per camminare sono le stesse che si utilizzano quando si comincia a correre».