Montorio, una società società di Verona che vanta una settantina d’anni di storia. Raccontaci qualcosa.
Sì, è davvero una società storica. Il percorso del Montorio parte da lontano, ma è il passato più recente quello che ci sta dando le maggiori soddisfazioni, soprattutto da quando nel 2006 è subentrato il presidente attuale Lorenzo Peroni. Lorenzo ha portato una sua idea ben precisa di fare calcio, e ha iniziato un percorso diverso, iniziato con mille difficoltà perché all’inizio la società arrivava da un periodo in declino. Ma lui è riuscito a risollevare una società da ricostruire completamente, partendo da un settore giovanile che era in disuso. L’inizio è stato quindi difficoltoso e pieno di difficoltà. Ma parole idee hanno fatto sì che con calma e con tempo si sia arrivato a costruire qualcosa comunque di importante. É chiaro che all’inizio si dovevano incentivare i ragazzi, e noi li abbiamo incentivati cercando ideali di qualità.
Settore giovanile quindi…
Esatto. Il primo passaggio al nuovo percorso è stato quello di dire “partiamo dal nostro settore giovanile”. Diamo ai ragazzi la possibilità di fare qualcosa che per loro sia importante e che dia sfogo alla loro al loro genio. Anche gli staff tecnici devono essere di assoluta competenza, l’unico modo per stimolare ragazzi ma anche genitori. Negli anni siamo riusciti ad arrivare con quasi 300 ragazzini, e adesso adesso abbiamo tutte le squadre regionali. Dal punto di vista anche di organizzazione si è arrivati ad avere quello che si pensava di poter avere. E adesso negli ultimi sei/sette anni ci siamo buttati sulla prima squadra, cercando di dare anche nuove prestazioni ai ragazzini che escono da questo settore giovanile per arrivare a una categoria che non si sarebbe pensato di poter raggiungere. Perché Montorio è un’eccellenza, ma fino a cinque anni fa nessuno lo immaginava.

Vi rende merito il fatto di aver nominato alla fine questa categoria. State costruendo tutta la base della piramide, la parte sottostante dell’iceberg.
Il settore giovanile è la linfa della società. L’entusiasmo dei ragazzini che crescono lo vedi crescere negli anni, e poi li trovi in prima squadra. C’è l’obiettivo è chiaro di dare al ragazzino la possibilità di venire da noi e divertirsi. É anche questa una delle situazioni per migliorare la capacità tecnica. E sempre tramite delle situazioni particolari si è deciso di puntare su un campo sintetico.
Stefano, tu hai fatto il giocatore e l’allenatore per tanti anni. Com’è adesso la vita da dirigente?
È una continua evoluzione. Intanto bisogna sempre essere predisposti a voler imparare. Si torna sempre indietro. Si fa tesoro delle esperienze precedenti e si cerca di capire dove si può ad arrivare e migliorare. É chiaro che le esperienze fatte in precedenza ti danno una mano. Comunque aver allenato e aver giocato prima di aver allenato sono tutti dei passaggi che nella completezza di un percorso ti danno una mano, perché nel momento in cui vai a parlare con un giocatore possiedi un punto di vista personale che ti aiuta ad approcciarti a lui. Ci deve essere l’umiltà di saper partire da zero ogni volta, perché sono sempre tutte cose nuove da cui non è facile partire.
Sono già otto anni che dirigente. E una cosa bella che caratterizza la società e il vostro importante ideale.
Il presidente della società sposa anche l’ambito sociale, perché è chiaro che avendo tanti ragazzini da noi le nostre maglie hanno un simbolo importantissimo. Sulle nostre maglie ci sono delle scarpette rosse, che noi portiamo con orgoglio sul petto di tutti i ragazzini dalla prima squadra fino all’ultima squadra dei pulcini hanno lo stesso simbolo. Per far capire sin da piccoli quanto sia importante il rispetto verso le donne, è giusto che tutti i sappiano portare rispetto alle donne perché sono una parte fondamentale anche della nostra realtà calcistica.
Un’ultima domanda… Che cosa vorresti sotto l’albero di Natale del Montorio Calcio e per l’anno prossimo?
Innanzitutto un bel periodo perchè penso che la salute per tutti quanti sia la base di ogni tipo di successo. Dopodiché se parliamo di punti di vista sportivi, diciamo che la crescita non si deve fermare. Dobbiamo continuare a credere nel lavoro che facciamo, per cui speriamo di continuare a crescere con le nostre idee e con i nostri valori. Mettiamo tanta cultura nel nostro lavoro e dalle basi che abbiamo creato cerchiamo di migliorare sempre su quello che abbiamo fatto prima.