Neapolis Mantra è un’opera multidisciplinare, ideata dal regista e coreografo italo-africano Mvula Sungani, che vede insieme in scena l’etoile Emanuela Bianchini con la forza della sua physical dance ed Enzo Gragnaniello, forte della sua voce black. Lo spettacolo, preceduto da un’anteprima in versione acustica a Sorrento, debutta in prima nazionale al Teatro Ristori di Verona, con la partecipazione del quintetto d’archi de I Virtuosi Italiani. Seguirà un tour nelle maggiori città italiane. Un moderno volano della cultura partenopea contemporanea, co-prodotto da Arealive e CRDL con il sostegno del Ministero dei Beni e le Attività Culturali, ed in collaborazione con Sorrento Incontra, MSPD Studios, Calandra Institute – City University of New York, ILICA USA e ASI Nazionale.
L’opera vuole essere veicolo di messaggi sociali, cari ai due autori, come l’integrazione, l’universo femminile e la spiritualità. Un percorso emozionale che parte dall’intimo, e che entra in una narrazione astratta e visiva, nell’intento di evocare storie di donne, madri e figlie, di compagne amate, cercate, perdute, desiderate, donne fatte di terra, di aria, di emozioni, di aspettative e delusioni.
La regia, pensata per creare un’atmosfera essenziale, vive di forti suggestioni visive all’interno dello spazio scenico, che muta continuamente al passo con le costruzioni fatte di corpi in perfetta armonia con i testi e la musica, sapientemente scolpiti da luci ed effetti visuali innovativi. La physical dance, tecnica ideata da Mvula Sungani ed Emanuela Bianchini, tratto peculiare della loro compagnia, alternerà costruzioni coreografiche evocative a momenti più etnici e spirituali.
La creazione, ispirata dall’omonimo album inciso nel 1998 dal cantautore napoletano, e omaggio ai 20 anni dalla pubblicazione della canzone Donna di Mia Martini, indaga la ricerca dell’essenziale, dove il corpo e la voce diventano ponte tra il reale e l’irreale e vogliono far entrare chi assiste in una dimensione onirica, tantrica. Un viaggio nelle origini più vere e viscerali di Napoli, città che nelle sue più profonde contraddizioni ama i suoi figli, e come una madre li protegge e li custodisce gelosamente.
La colonna sonora toccherà ai grandi successi di Gragnaniello, eseguiti live in versione acustica, brani che l’autore ha scritto per sé stesso e per grandi interpreti quali Roberto Murolo, Mia Martini, Andrea Bocelli, Dulce Pontes, Arisa ed altri, oltre ad alcuni pezzi tratti dal nuovo album, “Lo chiamavano vient’ ‘e terra”.