Prima della Basilica di San Zeno, costruita nel 1389, nella zona dove ora sorge la chiesa c’era qualcos’altro: una necropoli. Lì è dove è nato il culto di San Zeno, l’ottavo vescovo di Verona e patrono della città, che a sua volta vi era stato sepolto. Sono tanti gli aneddoti che si possono raccontare sulla storia della basilica e sulle sue origini. Ma sono molte anche le particolarità che le fanno da contorno e che parlano di un quartiere antico e ricco di tradizione. A parlarcene è stato Davide Peccantini, fondatore di APS Quartiere Attivo.
«La nascita di questo quartiere la possiamo riferire ancora ai tempi dell’Impero Romano: dietro la basilica di San Zeno, che all’epoca non esisteva, c’era una necropoli dedita alla sepoltura e passava la via Gallica, che collegava la città di Verona a Brescia. – racconta Davide – Già all’epoca quindi c’era un nucleo, la necropoli, e dentro era presente il primo culto cristiano dedicato a San Zeno, che era stato inumato tra il terzo e quarto secolo. Da lì una prima chiesa è stata costruita tra il settimo e l’ottavo secolo, poi dopo il terremoto del 1117 e da lì è stata ricostruita nelle fattezze attuali».
Interessante è il collegamento al Carnevale veronese, che per il quartiere rappresentava un momento di un unione con i cittadini: «A fianco alla chiesa di San Zeno, all’interno del giardino tra San Zeno e San Procolo, c’è inoltre la “tavola dei poveri”: una lastra in pietra di una tomba romana e durante l’ultimo Venerdì Gnocolar veniva imbandita per 12 poveri del quartiere, un numero riconducibile agli Apostoli».