Sede dell’università scaligera, luogo di ritrovo per i giovani e, allo stesso tempo, culla della città. La storia di Verona non può non cominciare da Veronetta, quartiere antico dove sono nati alcuni dei gioielli architettonici della nostra città: da Castel San Pietro alla Provianda di Santa Marta. A parlarcene è stato Davide Peccantini, fondatore di APS Quartiere Attivo.
«Il quartiere di Veronetta ha origini antiche e la prima attestazione la dobbiamo vedere attraverso la mappa: la strada che si chiama via San Nazaro che porta fino a Porta Vescovo è il vecchio tracciato della Via Postumia e questa è un’attestazione dell’antica zona di Veronetta. – ha spiegato Davide – Poi si è sviluppato tutto il nucleo urbano del quartiere, soprattutto nel medioevo, con l’allargamento delle mura nel periodo scaligero. Nel susseguirsi dei secoli ci sono state varie strutture militari costruite a ridosso della città e poi il nucleo industriale della città nel 1800».
«Il 1882 è l’anno in cui la grande alluvione ha colpito la città di Verona. All’epoca il fiume Adige aveva un ramo secondario che passava dall’Interrato dell’Acqua Morta e disegnava l’isolo (vedete dalla mappa che Piazza Isolo ha la forma di un’isola) e lungo il fiume si sviluppavano concerie. Con la chiusura dell’Interrato dell’Acqua Morta e la costruzione dei muraglioni, il quartiere perse la sua anima industriale e cominciò ad impoverirsi».
Una parte importante del quartiere, oggetto di riqualificazione qualche anno fa è sicuramente la Provianda di Santa Marta: «Santa Marta ora è la sede della facoltà di Economia dell’Università di Verona ed è stata costruita tra il 1863 e il 1865 ed era un panificio militare. – ha raccontato Davide – Era dotato di 12 forni e aveva capacità di produzione di 52mila razioni giornaliere (le pagnotte da 600 grammi) e 20 quintali di gallette. E in tempo di pace poteva approvvigionare per 18 mesi un esercito di 100mila soldati. Era talmente all’avanguardia che dalla stazione di Porta Vescovo partiva un treno che passava sotto la porta di Campofiore e arrivava in mezzo ai due silos di Ponente e di Levante. Lì si fermava il treno, venivano messe le gallette e le pagnotte per poi essere portate al fronte».
Un aneddoto particolare è poi quello legato al 16 ottobre 1866: «Una data simbolica per la città di Verona è il 16 ottobre 1866, quando Verona è entrata nel Regno d’Italia. L’esercito entrò da Porta Vescovo e i bersaglieri si fermarono con il Generale De Medici in piazza Santa Toscana, che fu rinominata piazza XVI Ottobre. Da lì fu costruito il quartiere XVI Ottobre, che è il quartiere dopo la grande scalinata in via San Nazaro, denominata anch’essa XVI Ottobre».
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