Cameron Carpenter riporta l’organo alle origini a Verona

Data unica sabato 27 agosto al Teatro Romano per l'organista Cameron Carpenter, che si esibirà in un evento speciale rompendo le barriere della musica d’organo.

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Un’esperienza musicale mai tentata prima, unica nel suo genere. Rivivere dal passato qualcosa che può e deve essere anche moderno. Parte da qui la proposta del grande artista Cameron Carpenter, riconosciuto all’unanimità dalla stampa internazionale come il “Franz Liszt dell’organo”, che sarà in scena in data unica sabato 27 agosto alle 21 al Teatro Romano di Verona.

L’obiettivo è riportare l’organo alle sue origini, alla sua dimensione più arcaica: i diversi corpi sonori dell’Organo Modulare Wanderer di Paolo Oreni saranno, quindi, disposti in maniera stereofonica nello spazio del palcoscenico del Teatro. Si darà così il via alla riscoperta del fascino di uno strumento trascinatore, spaziando tra opere di artisti imprevedibili, irrinunciabili e travolgenti, da Bach al ‘900, fino a sfociare – nella terza parte – nella più vivace e spinta improvvisazione. Nella seconda parte, lo spettacolo porterà per la prima volta a Verona la “Révolte des Orgues“, composta nel 2007 dall’organista e compositore parigino Jean Guillou, allievo del grande Marcel Dupré e visionario erede della grande tradizione organistica francese.

​La “Révolte des Orgues” nasce dall’idea di conferire una nuova anima allo strumento organo, che vede ora i propri corpi sonori smembrati, disposti stereofonicamente nello spazio ed affidati ad esecutori differenti: in questa Rivolta, il grande strumento inizia a parlare lingue diverse, a muoversi in continuazione, uscendo con audacia dai consueti luoghi in cui siamo abituati a vederlo e sentirlo, e ritornando – infine – al proprio luogo d’origine, l’Arena romana. Dopo essere stata eseguita in alcuni dei luoghi più prestigiosi d’Europa, dalla Berliner Philharmonie a Westminster Cathedral, la Révolte approda nella splendida cornice del Teatro Romano, coronando l’idea originaria di Guillou e portando a compimento la Rivoluzione del Re degli strumenti.

L’evento è stato presentato questa mattina dall’assessora alla Cultura, Marta Ugolini. Presenti il direttore artistico dello spettacolo Giulio Bonetto, il direttore artistico della società Amici della Musica Romildo Grion, la fondatrice di palazzo Camozzini Business Center Daniela Ballarini, fra gli sponsor dell’iniziativa, e Luca Zanetti della società di comunicazione Studioventisette. In video collegamento Cameron Carpenter.

«Un appuntamento di particolare pregio musicale – ha dichiarato l’assessora –. L’evento del 27 agosto è una delle tre sole date venete del tour italiano della star musicale, che siamo orgogliosi di ospitare. Un viaggio sonoro portato in scena in contesti suggestivi, che punta a dare nuova visibilità ad uno strumento antico come l’organo, che siamo abituati a sentire risuonare nelle chiese. Un imperdibile evento che darà l’opportunità di ascoltare le composizioni di straordinari musicisti del passato e l’eclettica reinterpretazione libera del maestro Carpenter. Il tutto nella splendida cornice del Teatro Romano, all’aperto e in un modo assolutamente contemporaneo».

«Questo progetto musicale – spiega Bonetto – parte dalla volontà di evolvere una storicità legata ad uno strumento che, da 2000 anni, accompagna con le sue sonorità sia l’ambiente sacro che quello profano. Il nostro obiettivo è di rendere fruibile queste sonorità a tutti, attraverso un nuovo modo di intendere la musica organistica, grazie al talento di questo rivoluzionario artista».

«Quando suono – ha evidenziato Carpenter – la concentrazione sul mio strumento e lo studio di ogni nota sono così intensi che mi estraneo da ciò che mi sta intorno. L’organo è uno strumento molto emozionante, che coinvolge i sensi delle persone. È questo che voglio trasmettere al pubblico veronese durante il più particolare dei miei concerti in Italia, dato il programma insolito e la cornice unica del Teatro Romano. Sono emozionato per la mia prima esibizione con La Revolte des Orgues e, come artista, sono sempre aperto a sperimentazioni e nuove esperienze».

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