Dopo il grande successo della “Vita davanti a sé” con Silvio Orlando, il Grande Teatro, rassegna organizzata dal Comune di Verona in collaborazione col Teatro Stabile di Verona, prosegue e si conclude con “Il nodo”, pluripremiato dramma del 2012 della scrittrice statunitense Johnna Adams incentrato sul bullismo. Con la regia di Serena Sinigaglia ne sono protagoniste Ambra Angiolini e Arianna Scommegna. Lo spettacolo, prodotto da Goldenart Production e Società per Attori è in programma al Nuovo da martedì 28 marzo a sabato 1 aprile alle 20.45 e domenica 2 aprile alle 16.00.
Ambra Angiolini torna dunque al Nuovo dove nel 2019 era stata la protagonista, con Matteo Cremon (appena applaudito in “Arlecchino muto per spavento”), della “Guerra dei Roses”.
Nel “Nodo” Ambra Angiolini interpreta la madre di un ragazzino che a scuola è problematico: la questione però non è lo studio. È stato sospeso ed è accaduto che sia tornato a casa pieno di lividi. È una vittima o un carnefice nel crudele nodo del bullismo? La madre, all’ora di ricevimento, innesca un confronto durissimo con un’insegnante interpretata da Arianna Scommegna. Vuole scoprire la verità. Ma la verità non è sempre raggiungibile. Non a caso Johnna Adams, col titolo originale “Gidion’s Knot” che rimanda al nome del ragazzino, evoca il “gordian’s knot”, il “nodo gordiano” impossibile da sciogliere.
«”Il nodo” – dice la regista Serena Sinigaglia – è ambientato in una classe di prima media della scuola pubblica di Lake Forest, piccolo centro abitato nei dintorni di Chicago. Ma attenzione: il “dove” non è importante, importante è il “quando” e soprattutto il “perché”. Quali sono le responsabilità educative dei genitori e quali quelle delle istituzioni nei confronti dei figli? Dove sbagliamo? Chi sbaglia? Di chi è la responsabilità? Il nodo non è semplicemente un testo teatrale sul bullismo (il che, comunque, basterebbe a renderlo assolutamente attuale e necessario), è soprattutto un confronto senza veli sulle ragioni intime che lo generano. Osa porsi le domande assolute come accade nelle tragedie greche, cerca le cause e non gli effetti. Ed è questo aspetto ad attrarmi di più. Oggi abbiamo le piattaforme digitali per raccontare storie, per denunciare fatti e azioni rilevanti. Dunque a cosa serve nello specifico il teatro? Serve a mettere a nudo, nella sintesi e nell’intensità che lo contraddistinguono, le più profonde contraddizioni dell’uomo, le ragioni ultime del suo agire. Spesso si dice che non esistono più maestri. Il punto è, a mio avviso, che non esistono più allievi. Sui social tutti possono dire la loro su qualsiasi argomento, senza averne le competenze e addirittura la benché minima esperienza. Un caos brutale nel quale facilmente restano impigliati i più fragili. Lo spettacolo è un’ora e mezza di attacchi, difese, strategie, accordi sperati e immediatamente traditi, senza sosta. Le attrici si cimentano in una grande prova attoriale e combattono per noi, sul palco, questa battaglia nella speranza che si possa tornare a parlarsi con senso di responsabilità e di rispetto. Perché parlarsi – conclude la regista – è meglio che combattersi, sempre».
Biglietti in vendita al Teatro Nuovo (dal lunedì al sabato, ore 15.30-19.30) e a Box Office (dal lunedì al venerdì, ore 9.30-12.30 e 15.30-19.00, e il sabato dalle 9.30 alle 12.30). Biglietti on line su www.boxol.it/boxofficelive e www.boxofficelive.it
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