Si è tenuto ieri sera il convegno sulle dipendenze patologiche che ha cercato di definire un quadro generale nella nostra città. Ad intervenire, all’auditorium dell’Istituto Don Bosco di Stradone, sono stati il dottor Fabio Lugoboni, responsabile unità medicina delle dipendenze Policlinico Rossi, e il dottor Lorenzo Zamboni, psicologo esperto di ricerche epidemiologiche.

«Quello che è emerso dalla ricerca è l’interesse dei giovani non tanto verso le sostanze illegali, che certamente rimangono presenti, ma verso le sostanze legali. E mi riferisco principalmente all’alcool e alle sigarette. La nicotina, in particolare, risulta essere una sostanza estremamente sottovalutata».

L’attenzione, però, deve iniziare ad essere posta anche su dipendenze non tradizionali, ancora non riconosciute. Parliamo di dipendenza virtuale dalla rete, di gioco d’azzardo, di shopping ossessivo compulsivo. Tra i giovanissimi, diffuse le scommesse sportive e l’uso di giochi online apparentemente innocui che creano però dipendenza.

«Il gioco d’azzardo è sicuramente un fenomeno crescente – conferma poi Zamboni – e ci preoccupa perché coinvolge tutta la famiglia, non un individuo singolarmente. La dipendenza da social network è ancora in fase di valutazione: vediamo che ci sono ragazzi che rimangono incastrati all’interno delle nuove tecnologie, però l’impatto è ancora da misurare».

Su questo fronte, consigliano gli esperti, sono da valutare soprattutto i cambiamenti in campo relazionale. I genitori, inoltre, dovrebbero condividere il più possibile con il ragazzo l’esperienza della rete e delle nuove tecnologie.

«I genitori devono essere un aiuto – prosegue Gianmarco Padovani, consigliere comunale e farmacista, moderatore della serata -. Devono prendere atto del problema, compartecipando alle difficoltà con i ragazzini, capendone i problemi sociali e le mancanze. Inoltre, devono avere l’umiltà di rivolgersi ad un professionista».