Già il nuovo piano urbano della sosta, annunciato dal Comune di Verona a inizio aprile, citava «la chiusura dei varchi Ztl h24». Insomma in centro stop alle auto che non siano di residenti o autorizzati a passare in ztl per altri motivi. In questi giorni il dibattito sul tema si sta scaldando, con la Corporazione Esercenti Centro Storico Verona pronta a dare battaglia insieme all’Associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca..
Per domani, l’associazione guidata da Tiziano Meglioranzi ha convocato una conferenza stampa in cui spiegherà le proprie obiezioni: «Invitati anche tutti i Gruppi Consiliari del Comune di Verona che desiderano condividere con noi la battaglia contro la stesura del nuovo Piano della Sosta portato avanti da una parte dell’Amministrazione senza nessuna concertazione con le nostre rappresentanze. Un piano che, se portato avanti, danneggia il commercio, gli studi professionali, i veronesi che vogliono spostarsi in centro e anche il turismo».
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Ben diversa la posizione di Confcommercio Verona, più dialogante. E che sembra anteporre la necessità di spazio per i plateatici a quello per le auto. «Quello della vivibilità del centro storico è un tema molto delicato che Confcommercio Verona ha sempre seguito con la massima attenzione, dialogando e confrontandosi con l’amministrazione e le categorie economiche più rappresentative: occorre procedere per tappe, con una visione d’insieme, avendo chiari alcuni obiettivi essenziali». Lo afferma Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona a proposito del Piano urbano della mobilità sostenibile e della paventata chiusura h24 della ZTL.
«Premesso che l’assessore alla mobilità Tommaso Ferrari ha più volte dichiarato che l’attuazione degli interventi, da lui proposti e oggetto ancora di confronto, inizierà al termine dei lavori dedicati alla filovia in via Città di Nimes, concetto che sposiamo in pieno, ci preme sottolineare che a nostro avviso è prioritario avere al più presto il nuovo Regolamento dei plateatici; un regolamento che dovrà essere in linea con le nuove tendenze dei consumi, caratterizzati da una forte domanda legata agli spazi all’aperto».


«Prima di una eventuale chiusura totale della ZTL, in ogni caso – aggiunge Arena – andranno approfonditi una serie di elementi e criticità che rischiano di impattare pesantemente sulla vivibilità del Centro, dove l’equilibrio tra chi lo abita e chi vi lavora, oltre 2mila le persone impiegate dalle nostre aziende, è estremamente delicato. Pensiamo, anche in un’ottica di salvaguardia dell’appetibilità delle imprese e dei rispettivi posti di lavoro, alla facilità di accesso da parte dei collaboratori, alle operazioni di carico e scarico delle merci, nell’ambito della cosiddetta city logistics; pensiamo anche ai fruitori degli affitti brevi come impattano in maniera determinante sulla circolazione del traffico veicolare e sulla sosta. Vero che il rafforzamento del trasporto pubblico collettivo ridurrà con il tempo alcune di queste problematiche, ma si deve procedere con prudenza».
Una posizione ben diversa da quella della Corporazione Esercenti Centro Storico Verona: «Noi siamo i primi a volere un Centro Storico più ordinato e meno caotico! Ma questo progetto deve seguire una sequenza logica: non si costruisce una casa partendo dal tetto».
Per Confcommercio Verona le considerazioni dovranno procedere «senza prese di posizioni preventive allarmiste e di pancia ma con gradualità, consapevoli che il tessuto economico non va messo in contrapposizione con i residenti».
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Il piano della sosta
L’obiettivo annunciato dall’Amministrazione di Verona è quello di potenziare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile disincentivando quella privata.
«Un processo che recepisce le indicazioni del Piano urbano di mobilità sostenibile (Pums), lo strumento di pianificazione strategica approvato due anni fa, e ne pianifica le azioni per realizzarlo. Tra le più significative c’è l’estensione della sosta a pagamento in alcune aree limitrofe al centro storico e cioè a quartieri di Borgo Trento, Valdonega e Ponte Crencano che di fatto vengono equiparati a San Zeno, Cittadella e Veronetta».
«La definizione delle aree di parcheggio dei monopattini, prima all’interno della Ztl e poi nelle zone dove si registrano più soste. Quindi la pedonalizzazione di alcune piazze della città antica come piazza Duomo, piazza Santa Anastasia e Piazza San Zeno, l’introduzione dei varchi elettronici a Santo Stefano, quartiere già normato oggi dalla ZTL ma solo con cartellonistica stradale, la chiusura dei varchi Ztl h24, la creazione di nuovi stalli sosta per i residenti ad esempio in stradone Porta Palio, la regolamentazione del city logistic, la revisione dei permessi Ztl, adeguamento tariffario gradiente, che aumenta cioè più ci si avvicina al centro storico»
«Misure e provvedimenti la cui attuazione avverrà per step e seguirà di fatto le fasi del filobus, la prima da qui alla fine del cantiere di via Città di Nimes, e la seconda da primavera 2024 alla messa in strada dell’opera».

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Pisa e Bozza contrari al nuovo piano
Negli scorsi giorni il consigliere regionale e comunale di Forza Italia Alberto Bozza è intervenuto alla conferenza stampa del collega azzurro in Comune Luigi Pisa. Presenti anche gli esponenti di Forza Italia-Lista Tosi Luisa Sartori e Stefano Napolitano (consiglieri prima circoscrizione), Carlotta Pizzighella (già consigliera della prima circoscrizione) e Gianfranco Arieti, commissario della commissione viabilità della seconda circoscrizione.
Bozza ha rimarcato la contrarietà «a una Ztl permanente h24 in centro storico e a introdurne una nuova sul modello C di Milano in borgo Trento con tassa d’ingresso». Come è impensabile, in questa situazione di emergenza, mettere la Ztl a Santo Stefano, secondo Bozza, perché «significa scaricare ancora più traffico su Valdonega e San Giorgio, già intasati adesso causa lavori».

Tutti gli esponenti presenti contestano l’idea della giunta Tommasi di pedonalizzare tutto il centro e dei quartieri attorno: «Non siamo a Milano. A Verona non abbiamo la metropolitana e nemmeno grandi parcheggi nella cintura attorno al cuore della città. Peraltro non è serio adottare un piano di sosta dicendo ai veronesi ‘usate i monopattini o le bici’». «Sia chiaro», hanno precisato Bozza, Pisa, Sartori e Napolitano, «noi siamo disposti a ragionare su una parziale pedonalizzazione del centro storico dove è possibile, penso a piazza Erbe e via Pellicciai, come via Rosa; ma non si può pensare di pedonalizzare tutto, compresa San Zeno o la zona del Duomo».
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