Zaia, no al test d’ingresso a Medicina. «Un bravo medico si vede sul campo»

Il presidente del Veneto Luca Zaia si dice contrario alle attuali modalità di iscrizione alla facoltà di Medicina. «Il test d'ingresso non è uno strumento meritocratico. Un bravo medico si vede in sala operatoria, non da un test svolto a 19 anni», queste le sue parole.

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Foto d'archivio

Zaia, no al test d’ingresso a Medicina. «Un bravo medico si vede sul campo»

«Ben venga questo pronunciamento del sottosegretario alla Salute. Mi auguro che apra più di una breccia. Da sempre sostengo che un bravo chirurgo deve essere selezionato sul campo dopo averlo portato in sala operatoria. Allo stesso modo, un bravo pediatra deve dimostrare il suo valore in corsia con il paziente. Di certo non a 19 anni con test di selezione con domande a eliminazione».

Il sottosegretario Andrea Costa

Così il presidente della Regione del Veneto esprime attenzione per l’affermazione del sottosegretario al Ministero della Salute, Andrea Costa, in cui ritiene superato il numero chiuso per le iscrizioni alla facoltà di Medicina.

Le parole del sottosegretario Costa

Costa infatti ha affermato, nei giorni scorsi: «Non credo che il test d’ingresso sia un indice di meritocrazia. Pertanto credo che, condividendo questa riflessione con il ministero dell’Università, si possa trovare un punto di equilibrio. Magari si può fissare la verifica di precisi obiettivi di rendimento di ciascun studente dopo uno o due anni. Questo credo che sia un buon compromesso per assicurare criteri davvero meritocratici di accesso più di un semplice test di ingresso».

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Luca Zaia durante una conferenza stampa a marzo 2022.

«Il numero chiuso ha aperto le porte a una programmazione tutta sbagliata con il risultato che, oggi, mancano i medici – prosegue Zaia -. C’è il rischio palese che una selezione fatta in maniera così prematura vada a escludere dei futuri professionisti. Questi ultimi magari non passano il test con le crocette ma potrebbero essere degli autentici artisti in sala operatoria oppure dei clinici di talento nella cura di tante patologie. È una storia antica, come ci insegna la vita di Einstein. Probabilmente basandosi sulle sue pagelle di scuola nessuno avrebbe scommesso che sarebbe stato lo scienziato a formulare la teoria della relatività». 

La proposta: accesso libero a tutti e grande selezione nel percorso formativo

«Noi siamo per una visione meritocratica – conclude il Presidente del Veneto –. Grazie a essa le qualità non si accertano con un test all’ingresso. Il futuro professionista al quale affidiamo la nostra salute deve essere valutato sul campo. Quindi ribadisco: possibilità di accesso all’iscrizione per tutti, e grande selezione nel percorso formativo». 

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